MOBILITÀ SOSTENIBILE? IN ATTESA DEL PROGRESSO, IN SICILIA, CI ACCONTENTIAMO DI QUELLA "ORDINARIA".
STORIA DI ORDINARIA DIMENTICANZA DEI NAUTICI SICILIANI COSTRETTI DA OLTRE 13 ANNI AL PENDOLARISMO!!!
Lavoratori,
uno dei temi di fondo dell’agenda europea per il 2020 tratta il tema della “mobilità sostenibile” che in definitiva sarebbe una delle chiavi per ridisegnare la governance del territorio mediante nuove modalità di trasporto delle persone nei centri urbani: città più vivibili, a misura d’uomo, capaci di risparmiare sulle materie prime energetiche, con un grado di salubrità più evidente rispetto al passato.
Sarebbe una dimensione ideale. Purtroppo in alcune zone del pianeta ciò è praticamente impossibile da realizzare. Ad esempio il sud d’Italia. Catania – la seconda città per importanza dell’isola – è una delle aree più congestionate di traffico d’Italia.
A causa della crisi finanziaria della Regione Siciliana sia l’Ast (la società di trasporti urbani ed extra-urbani gestita dalla stessa regione) che le altre aziende private sono state costrette a tagliare molte tratte. A questo si aggiunge la riduzione del contributo a chilometro (l’Ast attenda finanziamenti per più di 20 milioni di euro). Mentre quella su strade veloci – leggasi autostrade – e sulle tratte importanti – ad esempio il collegamento fra Catania e Palermo – la realtà è insostenibile.
Quale è la motivazione di fondo del disastro del trasporto pubblico in Sicilia? La Regione da anni promette un piano regionale dei trasporti che non viene mai approvato! Attualmente l’Amt di Messina può contare una movimentazione di mezzi al dir poco ridicola. Appena 30 automezzi su un parco macchine di ben 250 autobus! A ciò aggiungasi un debito aziendale che a occhio e croce dovrebbe veleggiare verso i 150 milioni di euro. Insomma, in Sicilia il termine “mobilità sostenibile” non esiste. I cittadini, quindi, sono costretti a sorbirsi trasporti pubblici che proprio per la loro disorganizzazione e perché non c’è una progettualità alternativa sono fautori di stress indicibile sull’ambiente e sulla salute. Un solo dato: parecchi “checking” ambientali hanno rivelato che Via Roma a Palermo sia una delle strade maggiormente inquinate e rumorose d’Italia.
Ed in tutto questo caos i nautici siciliani si auto-trasportano da anni dalla zona occidentale a quella orientale (tra andata e ritorno si parla di almeno 400 km) con il solo intento di “garantire il servizio” in attesa di una mobilità che “manca” da oltre 13 anni.
Come USB abbiamo chiesto più volte all’amministrazione di porre fine a questo scempio, ma il risultato “ultimo” (il nuovo progetto di riordino) vede sparire di fatto la possibilità per questi nautici di vedere finalmente casa!!!
In una situazione come quella vissuta da questi “naufraghi dell’amministrazione”, costretti a dimezzare il proprio stipendi e a vivere costantemente sotto lo stress da viaggio la soluzione consisterebbe in una semplice mobilità!!! Ma l’amministrazione è sorda!?!
LA USB CHIEDE L’IMMEDIATO TRASFERIMENTO DI QUESTI SPECIALISTI NAUTICI PER SOPRAGGIUNTI LIMITI DI SOPPORTAZIONE AL DISAGIO CREATO DALL’AMMINISTRAZIONE.