MOBILITA' E STABILITA'

Lavoratori,

nella riunione di oggi, sulla mobilità dei vv.pp.p. si è pervenuti alla soluzione che questi saranno inviati come accadeva, in un primo momento ai comandi di residenza e successivamente alle sedi scelte dopo la mobilità degli anziani. Le 740 lettere di assunzione dei nuovi vigili stanno per essere inoltrate.


Sulla sorte dei caposquadra 2008 stanno ancora lavorando.


Riguardo il personale amministrativo si conferma la mobilità per i primi di dicembre ma l’amministrazione precisa che le tali processi sono conseguenti alle cessazioni ed alle assunzioni; a nostro avviso la considerazione di questi due, seppur scontati, parametri potrebbe portare oltre le calende greche, visti anche i tempi economici in cui vanno ad inserirsi.

Il piano faraonico presentatoci, concernente i passaggi di qualifica a capo squadra e capo reparto non ci convince né nel metodo né nel merito, tempi troppo ottimistici ed eccessiva burocratizzazione, procedure macchinose. L’amministrazione ancora chiede ai partecipanti quali e quanti corsi essa abbia fatto far loro, cioè chiede agli amministrati lumi sull’operato degli amministratori. Non volendo proseguire nella sequela di discrepanze, riteniamo sufficiente già questo per legittimare la nostra posizione che è e rimane quella di scorrere le graduatorie e procedere per anzianità, avallando un vera deroga onnicomprensiva, cioè, che a situazione particolarmente straordinaria si risponda con provvedimenti altrettanto straordinari.

 

PASSAGGIO DI QUALIFICA IN SEDE… TUTTI A CASA…

 

Un’ulteriore nota dolente, è stata rappresentata dalla richiesta di trasformare in “occasione” quello che il DdL sulla stabilità economica, nel solco tracciato dalla crisi economica, potrà portare.

L’occasione, cioè, di andare a rivedere alcuni pezzettini dell’ordinamento professionale che il DdL in questione tocca. A nostro avviso il sintomo di quello che si sta realizzando è più che chiaro. Basti guardare ciò che è previsto per il personale precario di cui abbiamo già scritto.

In pratica soldi (sempre meno) per un futuro precario sì, ma per un futuro certo no.

 

D’altronde le categorie più deboli sono quelle che cominciano a pagare per prime, come i giovani ad esempio travolti da un’economia in questo paese governata con le chiacchiere di un egoista senescenza.