Militarizzazione: sarà vitale invertire la tendenza
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Lavoratori,
prima della formazione del nuovo governo e di conoscere gli interlocutori politici cui fare riferimento, riteniamo necessario analizzare la negativa evoluzione nel dipartimento.
Non ci soffermiamo sul mancato pagamento delle competenze, sulla mancanza di soldi nei vari comandi per le attività ordinarie, né tanto meno sulla “gratuità” di tutte le attività su cui può contare quest’amministrazione grazie ai “senza identità” disponibili a lavorare o mettersi in mostra senza capire a cosa servano le parate ed a chi giovino, poiché su questo abbiamo già scritto molto.
Ci soffermeremo brevemente proprio su quei soggetti che traggono giovamento da questi exploit mediatici, cioè coloro che hanno abolito lo Stato di diritto nei comandi provinciali trasformandoli in campi di arbitrii e “torture”, pur proclamandosene, nelle discussioni, antesignani e custodi.
Vi è un ossimoro forte, provocatorio nel nostro contesto tortura del lavoro e tortura democratica. Non si pensi siano cose del passato, sono nicchie di arretratezza del presente che smantellano le acquisizioni apparentemente scontate dello stato di diritto. Ce ne accorgiamo ogni giorno, dove nemmeno a seguito di accese proteste si permette di praticare ciò che in tanti anni di lotte era stato conquistato; un esempio su tutti: porre di fronte amministrazione e lavoratori ad un tavolo paritetico.
Tutto ciò grazie a quelle organizzazioni sindacali di regime, cioè quelle che sono state e continuano ad essere colluse con il potere (ieri con post-fascisti e leghisti, oggi con i neo-neocentristi), smantellano giorno dopo giorno il sistema delle garanzie.
E’ bene ricercare cause, processi contesti di degrado inimmaginabili nel nostro paese sino a pochi anni fa ed in particolare nel corpo nazionale dei vigili del fuoco.
L’interesse prioritario di questi sindacati sembra sia solo la sicurezza generale che non può convivere con la tutela dei diritti, una vera bancarotta per i lavoratori, e per questo si sta intraprendendo la pericolosa direzione verso una prevalenza, molto grave, del concetto di sicurezza su quello di democrazia.
Come RdB-Cub, crediamo che siano alcuni dei punti fondamentale del passaggio che stiamo vivendo, dalla contrattazione dei problemi all’imposizione e decisionismo personale. Emergenzialismo “stato di eccezione” sono le parole chiave e < sicuritarie > che ci vengono propinate in risposta alle domande di aprire tavoli di confronto su contratti di lavoro, art. 18, in materia di protezione civile, sulla direzione delle operazioni di soccorso, sul precariato, sul volontariato. E mentre tutto ciò degrada chi dovrebbe rappresentare la generalità dei problemi, liquida i lavoratori con aspettative di aggiustamenti di questo o quel ruolo, tenendoli vincolati al proprio corredo di nazionalismo e militarismo avallando sempre più quel nesso tra ordine pubblico, gerarchie, galloni e sicurezza globale alle spese proprio dei lavoratori.
Si moltiplicano le forme di privazione delle libertà dei lavoratori, rimesse all’arbitrio del dipartimento a tutti i livelli, dall’ultimo vigile che non vuole partecipare alle parate al dirigente più anziano non gradito, ma c’è anche di più, ovvero tutte quelle attività in termini sociali sono state fagocitate dall’innovazione militaresca e dalla riduzione ad ordine pubblico permanente.
Ora con il nuovo governo non è che le aspettative siano foriere d’entusiasmo, ma bisogna lavorare, dovremo percorrere un cammino inverso rispetto a quello che è stato fatto fino ad oggi e che ci ha portato alla militarizzazione.
Chi ancora non lo ammette è cieco o in malafede oppure, anzi ne siamo certi, è colluso con il potere ed ha svenduto i lavoratori al loro aguzzino.
Abbiamo necessità di chiudere un ciclo di umiliazioni per i lavoratori del corpo divenuti anello debole della catena della pubblica amministrazione e dell’emergenzialismo contemporaneo, senza permettere più che in nome della sicurezza e del consenso sindacale (le loro tessere) esistano condizioni di lavoro vessatorie nei vari comandi ormai votati alla sopravvivenza ed all’ingabbiamento totale delle nostre libertà.