MILITARIZZAZIONE: I GRADI SOSTITUISCONO I DISTINTIVI DI QUALIFICA, LA SOTTOMISSIONE LA DIGNITA'

Lavoratori,

il processo di militarizzazione del Corpo nazionale prosegue incessante a lunghi passi. L’ultimo dei connotati in ordine cronologico, è rappresentato dai gradi militari che andranno a oscurare i civili distintivi di qualifica. Soltanto i concordanti detrattori dell’emancipazione continuano a negare un’evidenza così eclatante, d’altronde perseguono il loro compito storico, quello di rabbonire pacificare, mitigare in favore della mistificazione della realtà, che tante rendite di posizione produce, per affermare, quando sconfitti i lavoratori, che non si poteva fare altrimenti o che il progetto era diverso.

Le necessità progettuali europee di dotarsi di un esercito dopo una moneta, una politica finanziaria ed una costituzione, si abbattono sui lavoratori scaricando su di loro i costi dell’operazione attraverso la sottrazione dei diritti e di salario.

L’accelerazione imposta dalla crisi a questa evoluzione ha già mostrato la ferocia dalla quale ci si dovrà difendere.

I gradi militari non hanno il solo scopo di eliminare l’identità di civile soccorritore, ma anche quello di “gerarchizzare” il rapporto sociale tra i lavoratori, si pensi al rapporto che molti hanno nei confronti del personale amministrativo; inoltre svolgono la funzione di ulteriore frammentazione all’interno di quello operativo, si pensi alla situazione dei funzionari al cui interno si trovano sia graduati con le stelle sia senza; indubbiamente dietro tale scelta si nasconde l’intenzione di attuare lo spartiacque remunerativo, funzionale e quindi non tecnico ma politico; chi fa parte della truppa e chi la comanda. L’esempio più eclatante ce lo fornisce la situazione dei Sostituti Direttori dell’ex settore aeronavigante, i nostri piloti, sugli altari nel precedente ordinamento nella polvere in quello attuale, prima fiore all’occhiello poi manovali in dismissione, li costringeranno a combattere per riconquistar l’onor perduto? Il film è stato già visto in occasione della vicenda dei V.C.A.C.

In ciascuno dei casi sottolineati emerge comunque la peculiarità figlia dei tempi, delle vessazioni nei confronti dei Lavoratori del Corpo. È compito di tutti, indistintamente, uscire dalla platea da spettatore del proprio destino per entrare in scena da attore dello stesso. La scelta è semplice, contrattaccare organizzati o continuare a subire divisi.