Mettiamoci la maglia di lana ...I Venti di Guerra investono anche i pompieri

La RdB provinciale di Roma sottopone a tutti i colleghi un ulteriore elemento di riflessione sull'attività NBCR

 

 

 

 

Roma -

L’ordine del giorno n.36 dell’8 febbraio 2003 annuncia la messa in atto di una fase preliminare concernente l’attività di formazione sui rischi NBCR. Scritto così sembrerebbe lo sviluppo innocente di qualche banale formalità burocratica, ma l’e-mail ricevuta da un collega di Roma chiarisce meglio quello che sta per succedere:

“… altra cosa che mi preme scrivervi….sono le sensazioni a dir poco spaventose, che ho vissuto durante quello che viene chiamato addestramento NBCR…. ci hanno fatto trascorrere un paio di orette in aula tra un intervento e l’altro e ci è stato detto che è stato deciso che in caso di attentato chimico o batteriologico che noi saremo i primi ad intervenire ed all’uopo ci forniranno presto delle tutine di carta da caricare sull’APS ..così saremo in grado di affrontare il più spaventoso degli attentati. Pazzesco! Ci hanno fatto vedere delle immagini terrificanti che ritraevano alcuni disgraziati che erano stati colpiti dagli attacchi…”

Queste righe sono la sintesi della lunga missiva indirizzataci dal collega.

Ora ci sono delle valutazioni da fare; perché a Civitavecchia e a Fiumicino questo corso itinerante non è mai arrivato?

Sono considerati scali commerciali e turistici di importanza internazionale?

Non dimentichiamo inoltre, che a Civitavecchia sono presenti depositi di iprite e di altre sostanze letali e che dista oltre un’ora di percorrenza dall’intervento di una squadra del CRRC.

In termini generali bisogna chiedersi come potrebbe una tutina di carta proteggere i colleghi da un attacco chimico - batteriologico. Siamo nel ventunesimo secolo e chiunque è nelle condizioni di intuire che una tutina di carta a fronte dei micidiali effetti causati da armi di distruzione di massa, può servire solo ad impacchettare le salme.

Per quale motivo spetterebbe al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco assumersi la responsabilità del primo intervento, vista la totale inesperienza agli eventi. Tale compito e in particolar modo quello derivante da attacco chimico batteriologico, non rientra nella casistica del soccorso e la pericolosità di questo tipo di attività, a nostro parere, andrebbe considerata in modo molto accurato e non con la superficialità dimostrata sino ad aggi.

I testi scientifici sull’argomento attribuiscono prioritariamente la responsabilità del primo intervento “specializzato” al servizio sanitario nazionale e in caso di emergenza assoluta anche alle forze armate. Proprio a Civitavecchia è stanziato un nucleo militare specializzato nella guerra batteriologica con laboratori mobili d’avanguardia che possono rilevare in pochi minuti la presenza di sostanze nocive ed intervenire di conseguenza. Ciò evidenzia la totale differenza nei compiti istituzionali tra il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e altre strutture dello Stato.

Unica verità, è che allo stato attuale il Ministero dell'Interno non riesce a garantire l'efficienza dei mezzi in dotazione per il soccorso tecnico urgente.

In merito a queste notizie e riflessioni, si deve rivendicare una maggiore informazione e chiarezza, ed opporre a ragion veduta un netto rifiuto ad essere utilizzati come carne da macello, gettati allo sbaraglio nell’interesse dei pochi che vogliono la guerra per affermare un potere unico al costo delle vite umane.