MEGLIO TARDI CHE MAI
RIPRISTINATI I MINIMI OPERATIVI PER I DISTACCAMENTI DI TREVISO
E’ costato fatica e comunicati sindacali ma almeno il numero minimo di composizione di una squadra di pompieri è finalmente a norma rispetto le regole.
Accade a Treviso e speriamo sia da monito per tutti: con la sicurezza non si scherza.
Certo siamo lontani dalle “vecchie” squadre a 6 unità ma questo è colpa del riordino, firmato dai soliti “firmaioli” e per cancellarlo ci vuole la lotta dei lavoratori.
Grazie a USB il pericolo per un po’ pare scongiurato anche grazie al dietrofront del Comando e dei firmatari di quell’accordo suicida che consentiva ad alcune sedi distaccate di operare in 4. A ciò aggiungiamo che chi dovrebbe organizzare i servizi di soccorso e chi sovrintende, coordina e controlla, su disposizione del comandante provinciale, l'attivita' di soccorso e le altre attivita' espletate durante il turno, effettuando quanto necessario per assicurare la funzionalita' probabilmente non interessava la sicurezza delle squadre e si dava importanza solo all’aspetto economico e al fatto dell’incentivo FUA autisti. Ricordiamo a tutti che il FUA autisti non è un incentivo fisso e continuativo e potrebbe essere eliminato da un momento all’altro!!! E che i 5 euro a turno sono nulla rispetto la sicurezza delle squadre e la buona riuscita degli interventi! La composizione della squadra di intervento a 5 unità è una regola intoccabile per tutti anche per chi non percepisce i 5 euro
E’ anche per questo motivo che USB ha sempre ribadito che il FUA (risparmi di gestione e accantonamenti) è di tutti e debba essere ridistribuito tra tutti evitando queste storture che penalizzano il soccorso.
Auspichiamo che l’incremento degli organici delle altre sedi distaccate sia una volontà del comando potendo così operare con una squadra completa più un supporto. 5+2
Dietrofront dettato anche dal malumore dei colleghi che hanno visto la sola USB battersi per la sicurezza degli operatori e la garanzia di un soccorso adeguato.
Nel corso della riunione del 9 ottobre abbiamo chiesto l’abolizione dei distretti, caso unico nel Veneto, che hanno creato questo sistema contorto di gestione del soccorso. Una distribuzione della carenza complessiva proporzionale alle sedi, fermo restando la dotazione minima di 7 unità per turno nelle sedi distaccate. Ricordando inoltre che la sede centrale può fare affidamento nei turni diurni del personale operativo a servizio giornaliero e nei turni notturni della partenza della sede aeroportuale.
Abbiamo fatto presente comunque che la distribuzione delle dotazioni organiche a livello nazionale non è stata firmata da USB in quanto sapevamo a cosa si andava incontro (cancellazione dei richiami dei discontinui, taglio nei turn over etc).
Si è poi discusso sulla mobilità interna alla quale il comando ha imposto un limite del 60% per sede di vigili coordinatori creando di fatto un “numero chiuso” e impossibilità di accesso alle sedi di questo personale.
Abbiamo evidenziato che la mobilità è esclusivamente volontaria e a domanda e che questo principio non può essere scalfito né da limiti, né da trasferimenti d’ufficio. Non condividiamo il cambio di orario di lavoro per i capi distaccamento senza sentire gli interessati, creando un danno economico non indifferente e in alcuni casi dei trasferimenti d’ufficio.
Stesso discorso per l’ipotesi, da parte del comando, di una rotazione del personale in servizio all’aeroporto; anche questa deve essere volontaria e senza imposizioni.
Un accenno ad una proposta da parte di alcuni sulla riduzione della percentuale di assenze al 30% per consentire l’innalzamento del numero minimo in sede centrale, proposta che ridurrebbe l’accesso alle ferie e ai corsi di formazione del personale tutto.
Finalmente i nostri “gridi di allarme” hanno sortito gli effetti desiderati e che anche le altre OOSS sembrano cambiare rotta in contrasto con gli accordi “stonati” nazionali.
Ora attendiamo le disposizioni attuative di questa riunione, sicuri che il nostro importante apporto sia stato influente su chi ci considera solo “massa critica” senza minimamente pensare che la sicurezza e i diritti dei lavoratori sono al centro delle nostre “battaglie”