L'ORARIO DEI SOMMOZZATORI DI RAVENNA, DEVE ESSERE COME GLI ALTRI NUCLEI !

Ravenna -

  Alla C.A. Ing. Silvano Barberi

Direttore regionale dell’Emilia Romagna

 

Epc all’Ing. Pierpaolo Patrizietti

Comandante di Ravenna

 

 

Oggetto: Risposta VS nota 008212.28-03-2017

 

La USB aveva già espresso la sua posizione contraria in occasione dell’incontro informativo avvenuto con il suo predecessore in merito alla circolare 8 del 2015 che indicava un periodo sperimentale ad orario differito per una parte del personale SMZT di Ravenna, già allora abbiamo fatto presente che non accettiamo che a livello decentrato si discuta  aspetti fondamentali del contratto nazionale, quali appunto l’articolazione dell’orario di lavoro, basterebbe questo per rifiutare in toto la sua proposta, ma abbiamo ritenuto opportuno articolare le nostre motivazioni per meglio affermare scelte che furono fatte a suo tempo a livello nazionale e che ancora oggi hanno il loro motivo di esistere. 

Per mantenere l’operatività completa nella specializzazione, i Sommozzatori dell’Emilia Romagna sono  costantemente impegnati a svolgere oltre  all’attività di soccorso tecnico urgente e il normale addestramento ordinario in Adriatico, una serie di immersioni profonde fuori regione (minimo 3 all’anno da 3 giorni)  che comporta una inevitabile quota di tempo per ogni operatore di  9 giorni in missione per 32 unità che risultano 288 giorni, quantificabile in un anno  solo per gli addestramenti profondi all’isola D’Elba, mentre per quanto riguarda le immersioni al Lago di Garda si attestano a 3 giorni all’anno per ogni operatore, maturando altri 96 giorni di missione.

Inoltre il personale è chiamato a partecipare agli addestramenti C.R.A. e S.F.A. organizzati dalla Direzione Regionale e in ambito Provinciale. Questa “Attività addestrativa” obbligatoria serve al sommozzatore per  mantenere l’operatività subacquea e l’idoneità all’attività iperbarica previo superamento visita medica  presso” UFFICI SANITARI RFI ROMA “, aggiungiamo che nell’ordinario si deve provvedere a giornate di   addestramento  per mantenere e garantire gli standard di operatività terrestre, vedi conduzione di automezzi VF come da odg n°475  del 13-11-2015 Comando Ravenna. Oltre agli addestramenti sopracitati i sommozzatori sono impegnati a svolgere attività di soccorso con elicottero ( richiesto un addestramento annuo)  nel periodo estivo, presidi acquatici costieri, questi servizi non potrebbero essere garantiti indistintamente dalla turnazione effettuata.

La USB ribadisce che la turnazione più idonea per il nucleo sommozzatori sia quella 12/24 – 12/48, in primis per ridurre lo stress psico fisico dei lavoratori interessati ad orari differiti.

L’applicazione di un articolazione di orario differenziata oltretutto determinerebbe una riduzione del dispositivo di soccorso negli orari notturni lungo la costa emiliano romagnola, anche l’istituzione di un miniturno di 4 unità di fatto significa lavorare sotto organico, in due o tre uomini, senza l’ausilio della guida sommozzatori a causa della cronica carenza di personale operativo VF generico, rischiando addirittura di chiudere il nucleo per inoperatività in concomitanza delle missioni o malattie, come è accaduto più volte durante lo scorso anno, per non parlare dell’operatività con attrezzatura S.I.A.C.S. , infatti il manuale operativo richiede la presenza minima di 5 unità. Se dovessimo accettare una turnazione 12-12-12-60 come proposto, ci chiediamo: in caso di intervento prolungato oltre le 8 della sera, come si assicurerebbero le 12 ore di stacco fra un turno e l’altro? Ancora: come garantire le missioni di tre giorni all’Elba? Il rischio infatti è esporre il personale ad una copertura settimanale lavorativa di 72 ore  con 6 giorni consecutivi di 12 ore, questo perché si è vincolati da un calendario non mutabile a causa delle date fisse stabilite da nota Prot n°3207 del 15-02-2017 della D.C.E. e S.T. ufficio SAPACRASS. Non ultima la disparità di trattamento economico, si verrebbe infatti a determinare una sperequazione relativa alle mancate  indennità notturne, “costringendo” il personale ad un rientro al mese di 12 ore in straordinario per compensare il divario che la nuova turnazione comporta. In definitiva riteniamo che siano più gli inconvenienti dei vantaggi: inefficienze operative, abbassamento degli standard di sicurezza, maggiore stress psicofisico, ridotto  recupero causato dai turni serrati, basterebbero a giustificare il nostro diniego.

A fronte di quali vantaggi? La copertura territoriale sulla costa su tre turni diurni e uno notturno con 11 unità complessive di Ravenna (7unità turno B e 4 unità turno A/C salvo inoperatività per carenza di personale), mentre Bologna continuerebbe la propria copertura diurna e notturna con 21 unità sui tre turni A-C-D?  Il riordino in fondo ci ha portato a questo: tagli, risparmi, che si traducono in  minor servizio al cittadino, la USB contesta la progressiva riduzione dei nuclei specialistici, vorremo che un nucleo come Ravenna fosse a pieno organico, articolato in orario  12-24-12-48 in modo da garantire  una miglior gestione dell’intervento e mantenimento degli  standard di sicurezza; regolari addestramenti in mare Adriatico, una normale manutenzione e organizzazione interna del Nucleo e relativi Corsi allievi smzt; la possibilità di addestramento profondo lago/mare 50mt; la garanzia della continuità nell’addestramento in turno diurno e notturno; la copertura operativa per sistemi gestiti dalla superficie di 5  unità Smzt – S.I.A.C.S.; la sicurezza nella conduzione di mezzi nautici;  la copertura operativa minima mai al di sotto delle 4 unità, solo in casi eccezionali; così da garantire anche la normale fruizione delle ferie al pari di tutto il personale VVF.  

Certi di un suo riscontro Le porgiamo Distinti Saluti.