L'Aquila, 2° atto
Lavoratori,
in data di ieri 12 gennaio 2011 con nota protocollo 50 S110/1 ci siamo incontrati insieme alle altre OO.SS. con i vertici del dipartimento e alquanti tecnici in e per servizio all’Aquila in qualità di esperti del cratere in modo da dare maggiori delucidazioni sia sul nostro ipotetico prolungamento del presidio sia sul fare il punto della situazione attuale.
L’Amministrazione ha iniziato a chiederci un parere netto sul tema “come e fino a quando rimanere all’Aquila???”.
Partendo dal principio noi come USB, abbiamo subito puntualizzato un vizio di forma commesso dall’Amministrazione concernente la mancata comunicazione che Lei ha avuto nei riguardi della compagine sindacale tutta. Infatti nella precedente riunione come anche in quella di ieri è stata omessa la possibilità di conoscenza da parte nostra di una nota redatta in data 17 dicembre che dovrebbe meglio chiarire alcune posizioni chiave proprio sull’organizzazione Abruzzo.
Puntualizzando che per noi USB il personale dell’Aquila come di tutto l’Abruzzo in generale deve essere messo sempre in condizione di operare con la massima tranquillità, non dimentichiamo che solo il comando dell’Aquila alla data del 31 dicembre 2010, ha acquistato 6 camion per il recupero delle macerie, che è responsabile in termini legali di parecchi stabili messi sotto sequestro che l’opera di polizia giudiziaria svolta dal comando è incessante ed utilissima per il proseguo e la ricostruzione di tutto l’Abruzzo. Ed è alla luce di questo che noi ci siamo sentiti in dovere di chiedere la riqualificazione del comando, anche perché non dobbiamo dimenticare che per almeno 10 anni il lento processo di stabilizzazione di quella area ricadrà proprio sulle spalle del personale che si vedrà aumentare il carico di lavoro con un aumento sostanziale del numero di interventi che è sicuramente consequenziale. Abbiamo chiesto che tutto il personale abruzzese presente in altre sedi d’Italia venisse immediatamente trasferito ma non con la solita formula della missione a costo zero ma utilizzando il sistema delle convenzioni tipo quelle che ci sono state in Campania o in Lazio che prevedono il pagamento delle ore effettuate come e pari ad un servizio di vigilanza.
A ciò abbiamo aggiunto l’abolizione dell’art. 15 comma 2 dell’ordinanza n°3917 della Presidenza del Consiglio dei Ministri dove si limitava autorizzando le prestazioni di lavoro straordinario a non superare un tetto massimo di 30 ore mensili pro-capite. Facendo notare che nella stessa ordinanza dove si parla di 74 ipotetiche figure professionali a vario titolo come vigili, capi squadra, sati e specialisti devono essere inviati in supporto al comando dell’Aquila ma sotto il controllo diretto della direzione regionale dell’Abruzzo, visto che la condizione dell’area sismica investe e coinvolge tutta la regione. Fermo restando che queste unità NON sono operative tutte insieme ogni giorno ma distribuiti sui turni e quindi quelli che ogni giorno devono fronteggiare l’emergenza poi saranno ridotti ad una decina di vigili, cosa questa per noi inaccettabile.
Il personale, primo, interessato quello Aquilano non sa proprio che tipo di orario deve effettuare con la conseguenza che alcuni effettuano ancora le 12 ore ed altri a rotazione coprono servizi vitali per dare risposte alla popolazione sia per le attività ordinarie del comando stesso. Sono state chieste delucidazioni sui vecchi fondi che ci erano stati promessi e dei nuovi che servono se dobbiamo continuare a lavorare sul territorio aquilano; c’è stato confermato che i soldi arriveranno e che i nuovi sono stati RI-promessi e garantiti. Come USB sappiamo però che la realtà è ben diversa dalle solite e vaghe promesse, visto che tutto il Corpo Nazionale non naviga in buone acque in tal senso, basta controllare gli ultimi cedolini di pagamento per notare una erosione dello stipendio. Ma teniamo per buono cosa ci è stato detto dall’Amministrazione e controlleremo!!!