LA MOBILITA’ DEL PERSONALE: AD OGNI CIRCO IL SUO CLOWN
Lavoratori,
tante volte abbiamo sentito l’aforisma che “il tempo mette tutto a suo posto, ogni re sul suo trono e ogni pagliaccio nel suo circo”.
I nostri recenti comunicati riguardanti le indennità specialistiche ci hanno portato a definire il contesto circense in cui operiamo, ma come è giusto che sia, in ogni circo si ha la necessità di indicare gli attori.
Non sempre bisogna scaricare le responsabilità sul capo della baracca. In un contesto dirigenziale, gli attori possono essere molteplici e questa volta pare che gli attori protagonisti possano essere anche due, ma solo il tempo ci darà il giusto riscontro.
Tra i problemi annosi di questa amministrazione, non è di poco conto quello della mobilità del personale.
A dire il vero, già il termine mobilità lascia sorridere perché ciò che in tutte le amministrazioni è chiamato trasferimento del personale, noi la chiamiamo mobilità.
Zitti, però, non ditelo al dr. Italia, altrimenti potrebbe confonderla con quella INPS che prevede anche un indennità economica, e magari appiopparci una qualche trattenuta economica… tanto per non perdere l’allenamento.
Certo, se in molti definiscono questa amministrazione come l’ammortizzatore sociale degli ingegneri, forse l’utilizzo della locuzione mobilità, ha anche il suo perché.
Ad ogni modo, tra le tante confusioni che si vengono a creare, una prima è dettata dal considerare il personale tutto allo stesso modo, ovvero si considera il personale strettamente operativo al pari di quello specialistico.
Se da un lato ha senso differenziare le ondate di trasferimento in base al grado per coloro che svolgono attività operativa come nel caso delle partenze, ha meno senso farlo in un ambito specialistico, dove al massimo la discrimine potrebbe essere data dall’esperienza: tra i nautici identifichiamo il motorista e il padrone di barca, così come tra gli aeronaviganti abbiamo pilota e specialista di aeromobile, dove si differenziano esperienze, ovvero ore di navigazione e abilitazioni possedute. In questa amministrazione abbiamo invece i vigili nautici o aeronaviganti, che a bordo del mezzo svolgono le stesse mansioni di un capo reparto, che sono poi uguali a quelle di un capo squadra, che a loro volta non sono diverse da quelle di un ispettore, che in tutto e per tutto svolge le stesse identiche cose di un direttore coordinatore speciale, ovvero lo specialista di settore.
La cosa importante, invece, dovrebbe essere la pianta organica di specialità, ovvero, per il buon funzionamento di quel dato reparto, ad esempio volo, abbisognano X piloti e Y tecnici, così come parimenti per un reparto nautico. Tranquilli, non stiamo suggerendo la luna ma solo una maggiore comunicazione sinaptica in taluni ingegneri.
Come avvengono i trasferimenti in questa amministrazione?
Durante l’anno, solitamente verso la fine, su input specifici dati da carenze organiche, le risorse umane diramano una nota di ricognizione sulle aspirazioni del personale. Qualche settimana dopo il termine della ricognizione, viene pubblicata una graduatoria degli aspiranti al trasferimento, che è determinata dalla combinazione di diversi elementi.
Solitamente, dopo qualche mese, giusto il tempo di rideterminare le dotazioni in funzione delle piante organiche, si procede al tanto atteso trasferimento.
Fin qui, tutto ha una sua logica condivisibile ma purtroppo, recentemente, qualcosa è andata storta per i capo squadra aeronaviganti che oggi si ritrovano in una realtà emotiva di deluse aspettative.
Recentemente, nel mese di novembre 2019 si è operata una prima ricognizione che ha generato una graduatoria di aventi titolo. Nel mese di gennaio 2020, pur non avendo esperito la precedente mobilità, si è operata una nuova ricognizione con relativa graduatoria che, per opportunità temporale, è stata integrata della precedente.
Adesso prestate attenzione: da qualche parte, è scritto che “si precisa che si procederà all’effettivo trasferimento (…) solo quando la Direzione centrale competente ravviserà che sussistono le condizioni (…) per la piena funzionalità dei nuclei interessati”.
Cioè? Si ricognizionano le aspirazioni di mobilità in funzione di carenze in pianta organica per poi… “vi faremo sapere”?
Ad ogni modo, con questi due provvedimenti ravvicinati nel tempo, più di qualcuno ha iniziato a tirare un sospiro di sollievo, pregustando il trasferimento tanto atteso ma… che cosa fa ora il preposto fenomeno di turno per ripianare le piante organiche?
Piuttosto che seguire la logica dei trasferimenti e avere quindi un quadro completo anche in vista di qualche ripensamento al foto finish, alle risorse umane pensano bene di indire un concorso a capo squadra per ripianare le carenze delle piante organiche, con obbligo di cambio sede.
Fateci capire: si ripianano le carenze spostando le carenze in cambio di un avanzamento di qualifica?
Sarebbe stato troppo semplice operare la mobilità e solo dopo bandire un concorso per avanzamento di grado, vero?
Costui è semplicemente un GENIO! Troppa materia grigia concentrata in una sola mente!
A proposito, stavamo dimenticando gli ex forestali, dove la genialità trova la sua massima espressione.
A novembre 2016 gli si fece sottoscrivere un istanza di preferenza sede che non ebbe risposta. A febbraio 2017 una seconda e anch’essa lasciata cadere nel dimenticatoio. Poi si decise che non erano trasferibili perché AIB, poi al personale di terra gli fu concessa la mobilità ma solo con destinazione nelle direzione regionale come sede di servizio mentre gli aeronaviganti AIB venivano uniformati ai nativi. Durante questa standardizzazione, agli aeronaviganti ex forestali gli era impedita la partecipazione alle aspirazione di mobilità perché il sistema informatico, progettato da persone in carne e ossa, non lo permetteva… e ora queste ultime beffe!!!
Siamo sicuri di trovarci di fronte ad un genio o forse, per restare gentili, siamo difronte ad un semplice clown? E se fossero più di uno?
Per il Consiglio Nazionale USB VVF Carmelo GUARNIERI LABARILE |