LA CONCORRENZA NON FA BENE AL SOCCORSO
Lavoratori,
è dal lontano 1992 che assistiamo ad uno smembramento di tutto il mondo del soccorso. Nulla di logico è mai stato messo in campo per evitare dualismi, sovrapposizioni, convenzioni, scontri mediatici. È strano, di contro, pensare che la finalità comune di tutti gli attori del soccorso sia da una parte salvaguardare ed aiutare chi ha bisogno ma dall’altra in funzione della mercificazione di questo mondo è stata creata una concorrenza deleteria proprio per l’utenza stessa. Vigili del fuoco, 118, soccorso alpino, protezione civile, privati e non ultimo in termini di importanza, dopo lo smembramento del corpo forestale anche l’arma dei carabinieri, e chi più ne ha più ne metta… si contengono il palcoscenico di unici operatori di settore chiedendo rispetto e autorità per la propria opera.
Ma adesso dovremmo porci una domanda: ma questo “clima” fa bene al soccorso??? Ma serve la concorrenza proprio in questo caso??? Ma le convenzioni sono veramente uno strumento utile???
USB è il sindacato che storicamente, in totale controtendenza, chiede da sempre l’istituzione di un corpo nazionale di protezione civile, dove ai vigili del fuoco spetti il compito primario e unico del soccorso tecnico urgente. Bisogna creare un nuovo modo di pensare al mondo del soccorso raggruppando tutti i professionisti in un unico grande corpo ed abolendo, così, la concorrenza e le sovrapposizioni; ponendo fine ai giochi politici e burocratici che ci vedono sempre in continua concorrenza. Ma siamo nelle mani di “incompetenti” che credono di risparmiare sulla pelle e la salvaguardia nazionale a fronte di un risparmio di spesa e che poi finisce nell’abominio delle convenzioni, che a dirla bene altro non sono che sovraccarichi di lavoro e inutile spreco di danaro che invece di andare verso gli operatori del soccorso in realtà vengono fagocitati dagli stessi politici e burocrati che li hanno generati. Per non parlare del fatto che per colpa di molte convenzioni ed essedo che “se non soccorri non ti pago” ecco che i giornali si riempiono di scandali e certe volte anche di vittime tra gli operatori stessi.
La politica che dalla fine degli anni '90 ad oggi ci ha portato alla legge 252/04, pubblicizzazione del rapporto di lavoro, ha fatto sì che si burocratizzasse il corpo nazionale e si evitasse un processo di crescita nazionale in favore della cultura della salvaguardia (legge 225/92). Adesso invece c’è necessità di investire su un progetto vero, che riporti dignità a tutto il mondo del soccorso dove i lavoratori si sentono ogni giorno più missionari che professionisti, obbligati a rischiare la pelle proprio per mancanza di coraggio politico. Usciamo dal concetto delle mancette elettorali, proponiamo un nuovo modello di protezione civile con i vigili del fuoco, la ricerca, il soccorso sanitario, il soccorso alpino, ecc. Avviamo un processo culturale e di salvaguardia che ridia al paese la possibilità della previsione dei rischi non convenzionali, la protezione e prevenzione finalizzate alla salvaguardia di un paese che oggi rincorre l'emergenza perché vive nell'emergenza dettata dall'affanno. L'investimento nella macchina del soccorso, le assunzioni al fine di raggiungere il paramento europeo di 1 vigile del fuoco ogni mille abitanti (invece che l'attuale proporzione di 1 vigilie del fuoco ogni oltre 15000 abitanti) sono adesso una necessità che può bloccare il processo in atto che sta cannibalizzando la macchina del soccorso tutta… svendendo a favore dei privati un patrimonio che deve essere pubblico. Non è così che si fa soccorso... non è così che il corpo nazionale deve agire perché il soccorso è imprevedibile ed è per questo che dobbiamo di tutti per preparare una macchina efficiente ed essere il più possibile pronti...
In allegato nota alla direzione centrale per l'emergenza
RIPRENDIAMOCI TUTTO