Italia paese delle mille calamità e funzione sociale dei Vigili del Fuoco

Nazionale -

Al Presidente della Repubblica On. Giorgio NAPOLITANO

Al Presidente del Consiglio On. Silvio BERLUSCONI
 
Al Presidente del Senato On. Renato SCHIFANI

Al Presidente della Camera On. Gianfranco FINI

Ai gruppi parlamentari

 

Pregiatissimo Presidente delle Repubblica -

Egregio Presidente del Consiglio-

Egregi Presidenti di Camera e Senato -

Capi Gruppo parlamentari,

scriviamo ad una settimana dalle fasi centrali del terremoto che ha colpito le popolazioni abruzzesi, Vi scriviamo perché abbiamo terminato la prima fase dell’emergenza quella per cui ci si occupa di salvare vite umane, per intenderci.

Senza ampollosità, e tanto meno perché presi da sentimenti ed emozioni del momento, ci rivolgiamo a Voi, poiché siamo gente del soccorso (professionalmente formata), che prima svolge con professionalità l’emergenza e poi ci riflette sopra. Su com’è stata gestita, se poteva essere gestita meglio e in che modo, per questo abbiamo atteso di avere la mente fredda prima di cercare di interloquire con chi governa il paese.

Quello che è accaduto in Abruzzo pensiamo debba servirci a monito per riflettere sulle future decisioni di questo Governo.

Come ben sapete i Vigili del Fuoco sono ricaduti nelle decisioni di questo e dei precedenti governi circa i tagli e razionalizzazioni operate, senza tenere conto del servizio che giornalmente prestano alla popolazione. Basterebbe leggere la media giornaliera di interventi che si effettuano per capire di cosa stiamo parlando!

Oggi ci troviamo con competenze maggiori, uomini attrezzature in meno e in una gravissima situazione debitoria, nonostante ciò abbiamo mantenuto il dispositivo del soccorso ad un livello altissimo, nel paese, tanto da essere imitati da altri.

Voi stessi avete riconosciuto l’encomiabile lavoro svolto (di chi ha scavato tra le macerie per salvare gente sepolta in presenza di scosse che non cessavano), ci avete elogiato ad ogni vostro momento pubblico. Questa attenzione, per noi straordinaria, non consueta negli ultimi anni da un lato ci lusinga, dall’altro lato la percepiamo inutile se non seguita da azioni concrete.

Basta scorrere gli stampati di questi giorni, rivolgere lo sguardo la televisione, rispetto le attività giornaliere, per comprendere che non ci sono immagini che non ritraggano i Vigili del Fuoco nelle attività di competenza.

Senza ripercorrere le numerose tragedie nelle quali siamo stati coinvolti, rimaniamo alla quotidianità delle immagini dei tanti cittadini che chiedono il nostro intervento, le bare allineate di questi giorni, la gente che abbiamo trasferito negli ospedali o nei centri di raccolta, in alcuni casi, durante gli interventi, ci siamo anche improvvisati psicologi, per cercare di lenire il momento tragico, per poi deglutire il boccone amaro cercare di metabolizzare le tante tragedie e continuare a scavare.

In questa prima fase in Abruzzo, va detto che, non ci è mancato l’apporto di cotanto associazionismo attrezzato e ben preparato, che in modo meglio coordinato potrebbe anche dare un maggiore apporto alle emergenze. Va tuttavia evidenziato che la parte più gravosa del lavoro e l’immediato intervento, è tutto caricato sulle spalle del personale dei Vigili del Fuoco, ciò forse dovuto al fatto che il Corpo Nazionale è un’organizzazione diffusa e capillare su tutto il territorio nazionale con orario di lavoro h/24.

Detto questo riteniamo che, alla luce dell’rinnovata e riconsacrata importanza dei Vigili del Fuoco, riconosciuta da tutti, la politica debba fare il necessario sforzo a riconsiderare urgentemente l’impostazione di finanziamento, rivolta al personale del Corpo Nazionale, cioè tagli economici in generale, di mortificazioni anche sul piano salariale.

Ma soprattutto ragionare sull’organizzazione che in questi anni si è voluta dare al corpo nazionale, di una struttura ingessata e militarizzata, oggi non lo enunciamo noi, ma sono i fatti che ci assegnano questa funzione sociale tra la gente.

Siamo l’unico ente dello Stato che può disporre di un contingente di ingegneri e professionisti ad orario continuativo, immediatamente sul campo che si confronta con la popolazione e diviene l’interfaccia con esperti ed enti locali senza interposizione.

Una potenzialità questa del Corpo Nazionale VV.F. che deve essere valorizzata nel paese per la messa in sicurezza tutti gli edifici, le industrie, tutte le attività produttive del paese tanto più per garantire nei luoghi di lavoro la sicurezza dei lavoratori.

L’elenco delle nostre difficoltà è noto a tutti anche in parlamento, evidenziate nelle varie audizioni, e quindi che allo stato delle cose, in queste condizioni, risulta estremamente problematico portare avanti la macchina dei soccorsi, non possiamo continuare con l’affidarci alla buona volontà dei singoli, sì proprio dei singoli!

Manca una attività preventiva delle emergenze, delle previsioni dei rischi, il corpo nazionale è scollegato dai grandi centri di rilevamento delle attività sismiche o della previsione di alluvioni. Cosi come mancano punti di contatto con gli enti locali che spesso si autorganizzano in modo difforme sul territorio.

Viviamo in un meccanismo in cui ci capita d’ essere informati di eventuali emergenze con mezzi da terzo mondo (spesso fax che non arrivano ecc), un giro vizioso di notificazioni che in concreto si trasformano in disorganizzazione nel paese.

Chiudiamo la presente chiedendo urgente incontro con le Signorie Vostre, allo scopo di porre al centro delle attività di questo governo le priorità del corpo nazionale (che sono la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini dei beni pubblici degli animali ecc), finalizzato ad approntare un sistema di risposta all’emergenza che non sia meramente reattivo ma anche pro attivo.

Un sistema in cui l’organizzazione e il coordinamento degli enti che concorrono e collaborano all’emergenza sia pianificata ante evento calamitoso e non successivamente o ad intervento in corso. Tutto ciò per evitare il verificarsi di problematiche gestionali e/o di coordinamento dei soccorsi, come ci sono state in questo periodo, tale da ridurre i tempi per riportare alla normalità la vita quotidiana dei cittadini delle zone interessate alle calamità naturali.