ISPETTORI ANTINCENDIO: ESSERE O NON O ESSERE
Chi scrive molti anni fa ad un’assemblea con i lavoratori, si presentò con una busta paga di un metalmeccanico specializzato e la propria, mettendole a confronto dissi alla platea dei colleghi che noi eravamo operai e nemmeno specializzati, lo diceva la busta paga, non io. Tra gli ascoltatori ci fu un certo rumoreggiare e non pochi si sentirono sminuiti per essere stati definiti operai, in fondo noi siamo i “professionisti del soccorso” si dissero tra loro, vero, ma pagati da operai, chiosai.
Il punto è: se un lavoratore non sa da che parte si trova della società, farà fatica a rivendicare quanto gli spetta e farà fatica a fare sponda con le classi sociali di riferimento. Questa storia è emblematica e serve da spunto per affrontare un problema, quasi un dilemma schakespeariano, dell’essere o non essere, capire chi siamo come dicevamo è fondamentale. Così per gli ispettori antincendio essere coscienti di appartenere al ruolo dei non dirigenti e non direttivi è fondamentale, per semplificare gli ispettori sono il gradino sopra il capo reparto e un gradino sotto i funzionari. Di fatto nei comandi gli ispettori sono considerati funzionari, sono i dirigenti locali a farlo in primis, perché conveniente ai fini dell’amministrazione, questo potrà anche gratificare comprensibilmente alcuni, che si sentiranno qualcosa di più di quello che realmente sono, ma ancora una volta a dire chi sei è la busta paga. Così i nostri ispettori vengono caricati di responsabilità superiori alla loro remunerazione. Ergo gli ispettori sono nei fatti funzionari malpagati, sfruttati dall’amministrazione e a volte dai direttivi sopra di loro, i quali bontà loro, lasciano le pratiche più fastidiose da sbrigare ai nuovi “sottoposti”. Si pone per USB una questione di dignità, non solo di rivendicazione salariale.
Il peccato originale viene da una brutta riforma (legge 252/2004) la pubblicizzazione del rapporto di lavoro, poi peggiorata dai decreti attuativi (217/2005) e infine il devastante riordino (127/2018), tutte leggi avversate in tutti i modi e in completa solitudine da USB, una riforma che ha favorito solo i dirigenti, in parte i direttivi, ma sicuramente ha penalizzato tutto il resto dei lavoratori, operativi e amministrativi (parte del contratto non direttivi, non dirigenti). A fronte di un maggior potere dato ai dirigenti con relativo vantaggio economico, noi tutti abbiamo perso diritti anche personali, vedi specificità, con conseguente perdita di salario, inoltre la riforma ha fortemente limitato l’agibilità sindacale, con l’effetto di una successiva perdita di potere contrattuale.
Fatto questo doveroso inciso, torniamo agli ispettori, l’art. 20 della 252/2004 cita tra i compiti: di collaborare direttamente all’organizzazione dei servizi di soccorso, partecipano all’attività di soccorso tecnico urgente, difesa civile e protezione civile. Quindi dagli ispettori ci si aspetta una certa esperienza operativa, questione non proprio di lana caprina. Ora se l’ispettore viene da concorso interno (oppure da esterno ma era un interno), lecito supporre che questa esperienza ci sia, ma se arriva dall’esterno, siamo tutti concordi che non può bastare un corso di formazione, un periodo di affiancamento per darti l’esperienza necessaria, quella la si fa in anni di interventi. L’impressione è che l’amministrazione abbia catapultato questi lavoratori in situazioni operative, anche molto complesse, senza aver considerato il livello di esperienza che il compito richiede. A complicare il tutto, come accaduto in Veneto, ci sono dirigenti che presi da delirio gerarchico intimano ai nuovi ispettori di non fraternizzare con la “truppa”, che eresia. Gli ispettori con la “truppa” ci devono fraternizzare, anzi proprio fare squadra, perché l’ispettore sia chiaro, lo dice il nostro contratto, della “truppa” fa parte, e ne deve far parte con orgoglio. Ma il problema rimane, fino a quando entreranno ispettori esterni e fino a quando quelli in essere non avranno maturato la necessaria esperienza la distinzione tra interni ed esterni ci sarà sempre e sarà marcata.
Questo il primo punto sul quale soffermarci, la riforma ha fatto un grave errore, questa figura e questo ruolo doveva essere pensato solo per gli interni, come possibilità di progressione di carriera oltre il capo reparto, che ad oggi è la massima aspirazione del vigile che non ha il diploma tecnico. Per gli attuali ispettori esterni il ruolo più adeguato, considerando anche i loro titoli è la carriera direttiva, carriera che dovrebbe anche essere garantita agli interni con requisiti analoghi. Per USB è necessario correggere l’ordinamento e permettere in futuro l’ingresso dei nuovi ispettori antincendio solo da concorso interno, così da far diventare questa figura un’opportunità di carriera per tutto il personale operativo.
Essere o non essere, come risolvere questo dilemma? Indubbiamente se un dirigente ti da incarichi di alta responsabilità alle quali non corrisponde la conseguente gratificazione economica, qualcosa tocca, normale che un lavoratore con pieno diritto rifiuti incarichi troppo gravosi dal punto di vista della responsabilità penale e civile, i dirigenti sono consapevoli di forzare la mano, ne è la prova sempre l’originale documento del dirigente veneto, nel quale si scrive riferendosi ai nuovi ispettori: ….. dimostrando la volontà di non abbruttirsi nell’immobilismo rifiutando qualsiasi nuova responsabilità o compito, con questa frase il dirigente lasciava intuire che ai futuri ispettori sarebbe stati assegnati compiti che gli stessi potevano anche rifiutare. L’amministrazione si fa forza di una legge scritta male e applicata peggio, sempre la 252/2004, che nell’art. 20 riporta la frase “adeguate alla propria professionalità” riferendosi agli incarichi quale la prevenzione, le commissioni, gli esami tecnici, appannaggio prima solo dei direttivi/dirigenti, così da lasciare ampio margine di discrezionalità ai dirigenti sul territorio. Un’ ampia zona grigia che mette gli ispettori alla mercé di dirigenti e direttivi, chiamati a giudicare la professionalità del singolo ispettore.
In definitiva per USB l’unica strada è contrastare questa legge con tutta la forza, riscriverla, non sono i “dieci comandamenti”, non è una legge scolpita nella pietra dal fuoco sacro, l’hanno scritta legislatori incapaci, non Dei, purtroppo con l’appoggio di sindacalisti opportunisti. Dobbiamo difendere la dignità degli ispettori anche con lo strumento delle vertenze sindacali, a livello locale, a livello nazionale, promuovendo azioni di lotta concrete, che vedano il coinvolgimento di tutta la parte operativa, in una rivendicazione che porti ad elevare tutto il Corpo Nazionale dal basso.
L’ispettore è “uno di noi” si direbbe allo stadio, lottiamo insieme, ma questo lo si può fare solo se tutti hanno ben chiaro da che parte della “barricata” si deve rimanere.
Consiglio Nazionale USB VVF