Incontro politico per la definizione delle modifiche all'ordinamento professionale

Il prodotto finale del gruppo di studio sulla legge ordinamentale 217

 

 

 

Roma -

Lavoratori, oggi si è tenuto un tavolo di concertazione convocato dall’amministrazione cui ha partecipato il sottosegretario, il capo dipartimento e i rappresentanti dei lavoratori tutti. Nei mesi precedenti hanno avuto luogo una serie di incontri, tra il gruppo di studio delegato dalla parte politica e le OO. SS., da cui scaturisce come risultato la rivisitazione del D.lg. 217/05. Siamo arrivati a questo punto dopo i disastri prodotti da chi ha voluto la legge di pubblicizzazione del rapporto di lavoro a danno del corpo nazionale, una riforma scopiazzata da altri ordinamenti ed adeguata ai Vigili del fuoco. Per noi RdB un lavoro incompleto, vista la nostra contrarietà al complessivo impianto della riforma. Ci è stato ribadito a più riprese che la legge c’è e ce la dobbiamo tenere, perché questo governo non ha lo spessore e/o la voglia di presentare qualcosa di alternativo. Ci è stato ribadito oggi che bisogna tenere conto di una serie di vincoli come abbiamo sempre sostenuto a partire dalla Legge 252/04, poi la delega conferita dal parlamento e le limitate risorse economiche. Nei vari incontri con il gruppo di studio c’è parso da subito limitato lo spazio di manovra, di modifica del D.lg. 217/05 a noi concesso. E’ pur vero che la disponibilità offerta dal sottosegretario si riferiva alla concertazione, e in un concerto che si rispetti non è utilizzabile uno spartito diverso. Un aspetto chiaro che è emerso in questo tavolo riguardo i vincoli a cui si faceva riferimento prima, è che in vero se ne deve aggiungere almeno un altro, l’amministrazione, che avendo i rappresentanti dei lavoratori “mutilati” proprio delle loro prerogative sindacali, non ha alcuna intenzione di aperture. Oggi abbiamo compreso quali fossero i limiti di manovra e tuttavia scoprire, che la riforma è stata disegnata non su un progetto ben studiato e articolato, ma sulla base di quante risorse questo governo ha messo a disposizione, ciò ci lascia veramente interdetti. Anche alla luce dei pochi soldi disponibili per le modifiche da apportare, che sono residui del corpo nazionale e non certo risorse assegnate da questo governo. La nostra organizzazione è riformata alla stessa stregua di un appassionato di auto d’epoca squattrinato, che si dedica al suo passatempo di restauratore, quando si ritrova qualche soldino in più, sottratto tra le pieghe della gestione economica della famiglia. Questa è la risposta che abbiamo ottenuto oggi! Ci chiedono di accontentarci di queste modifiche, affermano che non sono definitive e che vi sarà spazio per altri ritocchi, perché è di ritocchi che si tratterà. A breve saremo convocati nuovamente per apporre le ultime marginali rifiniture e questo straordinario prodotto sarà pronto per essere varato ufficialmente. Sosteniamo che per noi è una reale presa in giro, a cui la RdB-CUB non è disponibile a prestare il fianco, a partire dal personale operativo con circa 32 anni di servizio i quali beneficiano solo un cambio di nome, da capo reparto a “sostituto”, fino ad altri marginali ritocchi. Il personale amministrativo che da tempo e da più parti dichiara la dequalificazione subita, la controparte per tutta risposta insiste ancora con concorsi interni di riqualificazione. In merito alla vicedirigenza e direttivi, abbiamo fatto notare l’aumento dei soli incarichi e/o responsabilità, non certo degli aspetti economici o funzionali. Non siamo per nulla soddisfatti del risultato e del modo in cui siamo stati trattati dall’attuale politica, e ci chiediamo perché si è voluto quel famoso accordo sull’art. 2 della L.252/04, che avrebbe dovuto offrici le agibilità sindacali quelle necessarie per la modifica dell’ordinamento, poiché di fatto questa concessione non è mai stata di casa nel tavolo tecnico. La RdB-CUB, al contrario di tanti altri del tavolo che hanno “gradito” le modifiche, si è dichiarata nettamente contraria ed ha chiesto un tavolo serio dove apportare vere e reali modifiche cosi come chieste dai lavoratori, riservandoci di mettere in campo ogni tipologia di azione sindacale atta a modificare lo stato dell’arte. Lavoratori non fatevi “imbambolare” da modifiche di facciate. Facciamo sentire la nostra voce in piazza!