INCENDI IN AMBIENTI CONFINATI E FORMAZIONE CONFINATA ... NEL PASSATO !

Nazionale -

La formazione dei vigili del fuoco italiani si è rinnovata negli ultimi 15 anni in vari settori tralasciando l'antincendio.

È paradossale, ma lavoriamo come trent'anni fa, anche se i materiali coinvolti negli incendi, i tempi di propagazione del fuoco, la pericolosità dei fumi, sono variati tantissimo.

Nel 2011 il corpo nazionale ha istituito un gruppo di lavoro per studiare gli incendi in ambiente confinato, a ragion veduta diciamo noi, visto che attualmente nel mondo è forse lo scenario di intervento in cui i pompieri rischiano di più e rimangono più infortunati.

Quel gruppo di lavoro ha studiato all'estero e, in seguito, ha sviluppato un pacchetto formativo che se introdotto innoverebbe il modo di lavorare dei vigili del fuoco italiani accrescendone efficacia e sicurezza. Quel pacchetto formativo è pronto da tre anni, ma l'ex dirigente della formazione l'ha tenuto nel cassetto non si sa perché. Ora i nuovi staff della formazione e dell'emergenza sembrerebbero interessati alla materia e USB si sta impegnando per sostenere l'importanza di questa innovazione.

Ad oggi nessuno ci ha mai parlato di backdraft se non il cinema, non conosciamo la maggior efficacia di una lancia a getto conico (detta lancia americana), nessuno ci parla dell'importanza e della delicatezza della ventilazione positiva in un incendio, ne delle tecniche di ricerca, soccorso ed autosoccorso in ambienti invasi da fiamme e fumo,

Tutto questo e molto altro deve essere bagaglio culturale del pompiere contemporaneo, ma non viene insegnato ne alle scuole centrali ne ai comandi, se non grazie ai pompieri che studiano di loro iniziativa.

Questa innovazione è strettamente connessa alla sicurezza degli operatori e delle persone che andiamo a soccorrere. Concetti come: rischio di ustione da vapore, gestione dei fumi infiammabili, conoscenza dei dpi e dei rischi che ci sono ad usarli bagnati negli incendi al chiuso, sono formazione ed informazioni omesse dai nostri datori di lavoro!

Un esempio per tutti sono forse i colleghi che in più casi si sono ustionati le mani nel 2012.

Chiediamo di poter incontrare ufficialmente i dirigenti della formazione e dell'emergenza su questi argomenti in un tavolo tecnico, perché il corpo nazionale ha già le conoscenze e le risorse per rispondere a queste gravi lacune e USB vuole essere interlocutore propositivo a riguardo.

Le chiacchiere stanno a zero, siamo e vogliamo essere dei professionisti!