IMMOBILISMO CRONICO E FESTE INUTILI

Lavoratori,

che ci troviamo di fronte ad una crisi sistemica è ormai un dato di fatto, basta leggere i giornali anche esteri, per capire che la situazione europea è piuttosto grave. Viviamo in una economia pompata di debiti e sorretta dal leggendario PIL, che ha creato una condizione tale da far si che non esista un Paese europeo che non abbia debiti praticamente inestinguibili. Ci stiamo rimpallando i debiti come fossimo al Monopoli. Tu dammi 30 miliardi di Bund che io ti do 25 dei miei Titoli di Stato. Giochiamo al “Celo-Manca” con la spazzatura finanziaria in nome di un’Europa che di fatto, non è mai esistita se non nella visione dei nostri padri fondatori. Viviamo in una Europa a due velocità diversissime.

Cosa volete che importi al finlandese, tutto sommato benestante, se la città di Taranto ha dichiarato bancarotta. Che importa all’austriaco di Graz, se l’Irlanda è sul limite del default, l’importante è che non si tocchi il livello di benessere raggiunto, in tutta franchezza, siamo al “datemi ciò che mi spetta e salvaguardate i miei diritti”. Ed ecco che sull’altare dei diritti di ciascuno, l’Europa viene ghigliottinata. Paradossalmente, l’Europa era più unita nel feudalesimo che in questo periodo di prosperità democratica!

Siamo quindi nella situazione in cui l’Europa è di fatto il risultato di una espressione matematica che ha come variabili il sacrificio, la limitazione di diritti, l’aumento di doveri e soprattutto la perdita di privilegi.

Tutto è colpa di una cultura sociale immobilista, costruita sui diritti trascurando i doveri, dove il risultato finale e che si morirà nel mare magna dei propri debiti.

Il principio dell’immobilismo cronico è ormai anche un dato di fatto all’interno della nostra amministrazione, che anch’essa immersa in un mare di debiti, vive nella sola espressione della salvaguardia del proprio diritto ad esistere e quindi ad auto-celebrarsi. La ormai tristemente famosa benedizione dei labari, avvenuta domenica scorsa, non è altro che l’ennesimo segnale che anche nel nostro microcosmo sociale, viviamo il del proprio diritto ad esistere anche negando che di fatto siamo sull’orlo del precipizio. E così partono delegazioni, in trattamento di missione, da tutti i comandi periferici per sentire la preghiera del vigile del fuoco letta dal capo del corpo nazionale (quasi rilegato al ruolo di paggetto) dopo che ministro e capo dipartimento avranno come al solito giustificato la loro presenza parlando di sacrificio, patria ed onore. Per poi ritornare alla loro latitanza politica, dentro le loro stanze d’avorio. Evitando poi di trattare i veri temi che servono ed interessano al personale. Qui solo per memorandum ve ne citiamo qualcuno:

 

  • Passaggi di qualifica;

  • Assunzioni;

  • Vertenza Piemonte/Lombardia;

  • Piante organiche e sistema soccorso nel paese;

  • Piano pensionistico;

  • Specialità e Specializzazioni;

  • Carriera SATI;

  • Pausa pranzo e buoni pasto;

  • Banda Musicale;

  • ONA;

  • Ecc…

MA QUANDO SI FARANNO QUESTI INCONTRI? QUANDO SI PENSERA’ DI TRATTARE ARGOMENTI DI FORTE INTERESSE COMUNE? MA IL CAPO DEL CORPO E IL CAPO DIPARTIMENTO DOVE SONO?