IL VADEMECUM DEL BUON POMPIERE IN VIGILANZA.

Ci è stato segnalato dal territorio un curioso documento che riguarda  il regolamento interno  dei servizi di vigilanza di un Comando del nord Italia. In una parte di questo regolamento si richiama il personale ad avere la barba ben curata, per le donne a non avere un  trucco vistoso; si invita i lavoratori ad evitare accessori vistosi, tatuaggi che possono creare imbarazzo o disgusto. Non finisce qua, più avanti si indicano regole comportamentali, raggiungendo le vette dell’assurdo, infatti si legge: “…. nelle zone esposte al pubblico il personale si astiene altresì, dall’uso di gomma americana o altri prodotti da masticare, succhiare o leccare. nei confronti del pubblico ciascuno adotta un atteggiamento cortese e signorile, fornisce le possibili indicazioni ed informazioni, evitando di intraprendere o sostenere discussioni o esprimere giudizi o commenti. In generale, il personale adotta nei confronti dei gestori, del pubblico e tra i colleghi un atteggiamento cortese e discreto, evitando i modi servili o cerimoniosi tanto quanto quelli sbrigativi od insofferenti. anche in presenza di atteggiamenti amichevoli da parte dell’interlocutore, evita di eccedere nei modi confidenziali. Mantiene sempre la compostezza e riservatezza del colloquio e dei gesti, evitando in particolare gli atteggiamenti e le espressioni che si prestino a fraintendimenti.” .

 

Cosa aggiungere; noi della USB vi consigliamo di non accettare caramelle dagli estranei, di evitare assolutamente le “ariette” in pubblico, soprattutto se rumorose! Quelle silenziose e puzzolenti, se proprio non le trattenete, fatele, ma allontanatevi il più possibile dalla zona rossa, magari prende la colpa qualcuno del pubblico.

 

Abbiamo volutamente esagerato, perché le indicazioni sopra citate, denotano da parte della dirigenza di questo Comando e del suo zelante dirigente, una sottocultura classista e snob. Temiamo che sia questa, la visione che hanno, dei Pompieri, una consistente parte della dirigenza di nuova generazione, composta appunto da dirigenti arroganti e sputasentenze, capaci di giudicare, ma incapaci di dirigere il soccorso.  Forse questi gentiluomini  considerano i Vigili del fuoco alla stregua di selvaggi che si scaccolano in pubblico e cagano per strada, che si mettono l’anello al naso e si tatuano donne nude in fronte. Indegno l’atteggiamento di un dirigente che si eleva ad educatore e censore. Non abbiamo bisogno di richiami paternalistici. Se proprio necessario, questo dirigente poteva  inserire nel regolamento interno di vigilanza, un generale richiamo al mantenimento del decoro, che il ruolo e la divisa impongono. Crediamo umiliante il richiamo  alle più elementare regole del vivere civile. Non giustifichiamo, sia chiaro, comportamenti incivili da parte di colleghi maleducati e non solo nei servizi di vigilanza. Crediamo che questi atteggiamenti debbano essere evitati e quando il caso lo richiede, puniti. Questo però non giustifica i dirigenti a trattarci come zotici, perché fino a prova contraria, questi "zotici" sono l’ossatura di tutta la struttura del dispositivo di soccorso. Dispositivo che giustifica l’esistenza dei dirigenti stessi.

 

Siamo noi Pompieri, che tutti i giorni ci rapportiamo con i cittadini, ci risulta da sondaggi e non solo, che la popolazione italiana ha un’ottima considerazione dei suoi Vigili del Fuoco. La gente ci rispetta, non certo per le feste a Cortina, o per le sfilate nel giorno dei festeggiamenti della Repubblica, ma perché, anche con la barba incolta, abbiamo sempre soccorso la popolazione con efficienza, nel fango, tra le macerie, nella polvere o sotto l’acqua battente. Ci scusi l’Amministrazione se a volte appariamo inadeguati nei gesti o nei modi. Ci scusi lo zelante dirigente che ha firmato il regolamento in oggetto, se ci offendiamo per quanto scrive.

 

Non vogliamo medaglie da questa Amministrazione,  però pretendiamo rispetto.