IL MORANDI CONTINUA A CROLLARE

Nazionale -

 

Abbiamo aspettato tanto.

Lo abbiamo fatto nel rispetto di una tragedia che ha nuovamente ferito il cuore di Zena.

Ma ora, a distanza di oltre un anno, abbiamo necessità di portare al centro i diritti calpestati dal "ministro del papete" che ha lasciato, di fatto, il testimone alla nuova Ministra.

La Lamorgese sembrerebbe anch'essa abile nei sorrisi e nelle promesse, perché di certezze qui non ne abbiamo.

Quando il “ponte Benetton” decise di venir giù ruppe un silenzio.

Era già da un po' che nessuno ci chiamava più eroi. Non se ne sentiva la mancanza: perché non c’erano catastrofi da affrontare e perché nessuno poteva farsi scudo di quelle quattro lettere, E R O I, per difendersi dalle rivendicazioni che noi vigili del fuoco portiamo avanti da lustri.

Con la tragedia di Genova, invece, riecco politica, media e cosiddetta società civile riempirsi la bocca di eroismi, tributare ovazioni persino al portavoce del Corpo nazionale, che vigile del fuoco non è, spellarsi le mani per il capo del Dipartimento, che negli ultimi tempi ha fatto del suo meglio per smantellare il meccanismo del soccorso proprio in Liguria.

Sia chiaro: ci commuovono gli striscioni dei cittadini, i “grazie ragazzi”, l’affetto e il supporto della gente.

Sia altrettanto chiaro che ci offende l’ipocrisia di chi dimentica il nostro lavoro quotidiano, portato avanti in condizioni estreme, al limite della mancanza di dignità.

Ai nostri dirigenti incapaci di alzare la voce e denunciare una precaria e pericolosa organizzazione del soccorso diciamo: "basta".

Perché i vigili del fuoco che vi piace chiamare eroi sono un corpo nazionale con le fila imbottite di precari, avanti negli anni, pagati due soldi, senza Inail, con dotazioni vecchie e carenti, alloggiati in strutture fatiscenti. La mensa ha il sapore dello sfruttamento.

Qui abbiamo sputato "amianto" e sangue, senza risparmiaci un attimo.

Le nostre sedi sono più frequentate da ratti e scarafaggi che dai "pompieri".

Viviamo con il dramma di un pompiere ogni 13800 abitanti.

Non siamo eroi, ma lavoratori del soccorso pubblico che si dannano l’anima per dare il massimo e da lustri chiedono, inascoltati, pienezza di diritti.

 

Il Coordinamento Nazionale USB VVF