IL MEGLIO DEL PEGGIO…

LICENZIAMENTI FACILI E MOBILITA’ PER GLI STATALI… E POI C’E’ IL NODO-PENSIONI: A 67 ANNI…

Lavoratori,

il responso dell’Europa sul nostro governo per rilanciare la crescita e lo sviluppo del Paese è tiepido, le prime anticipazioni descrivono una situazione poco serena.

Apertura concorrenziale del mercato, sostegno alle imprese, semplificazione normativa, modernizzazione di pubblica amministrazione e giustizia, realizzazione di infrastrutture, è il compito che il governo ha in tempi ristretti, infatti in 8 mesi si dovrà realizzare ciò che non si è fatto in tre anni di governo.

Entro maggio 2012 l’esecutivo minaccia di approvare una riforma della legislazione del lavoro anche attraverso una nuova regolamentazione dei licenziamenti, per motivi economici, riguardo i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Praticamente un attacco all’articolo 18. Il governo interverrà nella Pubblica amministrazione e renderà effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori: la mobilità obbligatoria del personale, la messa a disposizione (Cassa integrazione) con conseguente riduzione dei salari, il superamento delle dotazioni organiche, infine un piano da 5 miliardi l’anno (per 3 anni) di introiti per le dismissioni del patrimonio pubblico. Anche se, in realtà, lo Stato italiano ha finora censito solo la metà dei propri beni.

Tra ipotesi di condono, riforma delle pensioni e patrimoniale si fa largo il vecchio pallino del Ministro dell’Economia di vendere i beni dello Stato per abbattere il debito pubblico, L’obiettivo è abbattere il debito pubblico che oggi vale 1.800 miliardi di euro. Secondo le ultime stime la svendita porterebbe nelle casse pubbliche fino a 900 miliardi, ma, per i motivi suddetti, sono cifre approssimative. Il caos contabile di questa situazione rende ancora più spericolata l’ipotesi di procedere a una cartolarizzazione dei beni, cioè alla loro acquisizione in blocco da parte di una società veicolo che gira al Tesoro un corrispettivo immediato raggranellato sul mercato internazionale della finanza con l’emissione di obbligazioni.

 

Ma come è possibile che nel 2011 lo Stato non conosca il proprio patrimonio?

 

In realtà nel 2001 e nel 2004 sono stati effettuati alcuni tentativi in tale ambito e da decenni esiste il Conto generale del patrimonio, un documento redatto dalla Ragioneria generale dello Stato, aggiornato ogni anno, che contiene i beni immobili dello Stato.