Il Governo nega ai vigili del fuoco l'Indennità di trasferta

Con un emendamento al D.L. 273/2005 approvato all’ultimo minuto viene reintrodotta l’indennità di trasferta per forze armate e forze di polizia

Roma -

Il ministro Pisanu, coadiuvato nella sua controriforma dal sottosegretario leghista-centralista Balocchi e dai sindacati confederali ed autonomi amici, hanno modificato il rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco assimilandolo a quello delle forze di polizia, propagandando che questa sarebbe stata la soluzione agli endemici problemi del Corpo.

Di fatto non vi è stato alcun passo avanti né sul fronte salariale, poche decine di euro, né sul fronte dell’aumento degli organici, causa il decennale blocco delle assunzioni. Evidentissima e pesante invece la compressione dei diritti e della democrazia nei luoghi di lavoro, con una gerarchizzazione spinta della categoria.

Non è stata superato il dualismo e l’intreccio di competenze fra il Ministero dell’Interno ed il Dipartimento della Protezione civile, mentre il soccorso tecnico urgente, da sempre compito precipuo dei Pompieri, è stato relegato a compiti marginali e di manovalanza, esaltando funzioni più proprie all’ordine pubblico.

Il Governo infine, dopo avere fatto cassa, vendendo perfino gli immobili degli Enti di Previdenza, ha voluto raccogliere anche le briciole, abolendo con la Finanziaria l’indennità di missione nel pubblico impiego.

Questa situazione, a mero titolo di esempio, condizionerà tutti quei lavoratori del Corpo che, per garantire la sicurezza alle Olimpiadi Invernali, sono stati trasferiti a Torino dalle altre regioni.

Ma ha messo in luce anche la cattiva fede di chi affermava che i Vigili del Fuoco sarebbero stati in tutto e per tutto “tutelati” dalla riforma, come gli altri servitori dello stato.

La loro falsità si è manifestata con l’emendamento approvato in fretta e furia che ha stralciato la posizione di forze armate e forze di polizia che continueranno, giustamente, a percepire l’indennità di trasferta.

Ma i Vigili del fuoco sono rimasti ancora una volta fuori dalla porta.