IL BRUTTO ANATROCCOLO DEL TERZO MILLENNIO
Lo scrittore Hans Christian ANDERSEN pubblica per la prima volta nel 1843 la fiaba del BRUTTO ANATROCCOLO , nella quale si narra che, all’interno del cortile di una casa padronale, vive una nidiata di anatroccoli di cui uno si distingue e, percepito dai suoi simili come brutta e stramba creatura , viene deriso, emarginato ed esposto ad angherie gratuite.
Se si volesse analizzare la storia, spesso la si usa per riferirsi a qualcuno oggetto di disprezzo, ghettizzazione e isolamento che , attraverso un complesso processo di cambiamento e con il giusto supporto, si fortifica e si tempra diventando uno splendido esemplare .
La rivisitazione di questa fiaba emigrata ai giorni nostri, per associazione, la si vede collocata all’interno dei locali del Comando dei Vigili del Fuoco di Sondrio (casa padronale) dove una lavoratrice (il brutto anatroccolo) viene perseguitata dalle figure apicali del Comando (nidiata) che, forti del potere che gli appartiene per ruolo e funzione, applicano atteggiamenti ed emanano disposizioni nel pieno pregiudizio e forse, con la volontarietà di ledere la persona.
Nell’era dell’inclusione, della parità di genere e dell’abbattimento delle barriere sociali, il Comando si erge anche a giudice oltre che medico , limitando la libertà attraverso ordini scritti rivolti alla lavoratrice, che VIETANO di muoversi ed interagire all’interno dei luoghi di lavoro confinando altresì ogni contatto con altro personale.
Lo stesso dirigente ci ha omaggiato di locuzioni verbali di cui ne rappresentiamo solo alcune come:
- “STAI ZITTA” – “QUESTA PUO’ LAVORARE SOLO DA SOLA”- “LA METTIAMO IN MALATTIA” che , volutamente evitiamo di commentare dando al lettore la libera interpretazione su tali affermazioni.
La vera caduta di stile , si materializza però durante un incontro sindacale per il tentativo di conciliazione dello scorso ultimo 26.09.24, quando, riferendosi all’aspetto estetico di un delegato sindacala donna , dice “…SONO ABITUATO AD ALTRA QUALITA’”.
Pensando che gli UOMINI sono di altro genere non serve aggiungere null’altro all’infelice esternazione.
L’etica morale che distingue la scrivente Organizzazione Sindacale non può permettere il persistere di tali modi di fare o di essere.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, attraverso le Sue alte cariche istituzionali, dovrebbe prendere le distanze poiché il dirigente dei Vigili del Fuoco di Sondrio lede e deturpa l’immagine di tutti gli uomini e le donne che appartengono a questo prestigioso Corpo dello Stato.
USB VV.F non ha intenzione di assistere dormiente e a breve verrà richiesto un incontro a Sua Eccellenza il Sig. Prefetto di Sondrio prima della proclamazione di uno sciopero al quale ci auspichiamo possano partecipare tanti “brutti anatroccoli” il cui silenzio può trasformarsi in un collettivo coro capace di contrastare le prepotenze, vessazioni e oppressioni di chi si crede padrone dell’aia.
A conclusione , con l’avvicinarsi delle OLIMPIADI INVERNALI che vede interessato anche il Comando di Sondrio, nella lente d’ingrandimento mediatica ci auspichiamo che, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, attraverso i suoi rappresentanti locali, dia modo di manifestare una buona apertura mentale che non dia spazio ad interpretazioni sull’essere o fare tipico di un atteggiamento misogino.
Buona lettura