Il 6 maggio 1976, verso le ore 21, il Friuli fu colpito da una terribile calamità.
Cari colleghi/e,
si è svolta oggi a Gemona del Friuli la cerimonia celebrativa in ricordo del terremoto che ha devastato il territorio Friulano nel lontano 1976 provocando oltre mille morti.
Una scultura è stata collocata nella piazza cittadina a ricordo e ringraziamento dell’opera prestata, che ha visto come sempre i Vigli del Fuoco prodigarsi con ogni risorsa ben oltre al dovere d’istituto.
Il ringraziamento che questo popolo operoso ci tributa commuove e inorgoglisce, ancor più nel constatare la rinascita, visibile concretamente nella pressochè totale ricostruzione che non ha lasciato traccia dello scempio subito, se non nella riconoscente memoria delle persone.
La nostra Amministrazione, purtroppo, patisce le stesse gravi carenze che all’epoca, come oggi, vengono mitigate solo dalla straordinaria volontà e determinazione del personale, che mal retribuito, con mezzi vetusti, carriere bloccate, carenza cronica di risorse e personale, si adopera per soccorrere chi ha bisogno.
Il carrozzone mediatico con tanto di banda al seguito del prefetto Tronca, giunto con luccicanti vetture di rappresentanza, mostra una realtà ben lontana dalle quotidiane difficoltà che ogni Comando deve affrontare, resa ancora più grave dai tagli economici.
Ancora una volta, dunque i prefetti centrali, vengono a cogliere consensi costruiti sulla credibilità attribuita dai cittadini all’opera dei vigili del fuoco e per contrappasso invece di rendere più efficiente l’Amministrazione, rallentano ulteriormente il dispositivo di soccorso già seriamente minato per effetto della 252 e la 217.
Cari Prefetti non di retorica e parate militari abbiamo bisogno, ma di un sostegno concreto nella rappresentazione ai governi delle reali necessità dell’Amministrazione.