I POMPIERI ? IN GINOCCHIO ! I CITTADINI? SENZA PROTEZIONE !
Cittadini Genovesi,
la situazione dei vigili del fuoco continua ad essere drammatica.
La sicurezza del cittadino non rientra nei piani di riordino che la nostra amministrazione ha imposto in nome della spending review.
Nell’anno 2015 la caserma nautica di Multedo, fondamentale in un contesto pericoloso del porto petroli, è rimasta chiusa per 200 giorni con un abbassamento della sicurezza inaccettabile, obbligando l’unico distaccamento della Gadda a presidiare porto di Genova e porto petroli,tenendo presente che anche il distaccamento portuale di Savona è sovente chiuso per le stesse motivazioni, quindi il soccorso nautico è pressoché inesistente!!!
Ma noi abbiamo Santa Barbara che protegge noi e il cittadino, infatti durante il tragico evento della torre piloti il soccorso nautico era a pieno regime…..grazie Barbara!!!
Le motivazioni della morte del soccorso sono riconducibili a risorse insufficienti, non rispettando neanche quei minimi voluti dal riordino.
Ma in questa trasformazione del soccorso pubblico in produttività del soccorso, la dirigenza non ha il dovere del feedback del soccorso ma bensì del risparmio con premio che arriva a fine anno, con responsabilità personali sulla spesa pubblica blindando di fatto i pompieri in una scatola vuota.
La debolezza della politica parte proprio dalle convenzioni, fortunatamente gestite dai vigili del fuoco dove non deve esistere il profitto, ma rispecchiano perfettamente il fallimento dello stato.
Ultimamente si è istituita una convenzione regione Liguria VVF che immette risorse suppletive nel caso di allerta meteo e la convenzione 118 dove si svolge un grande lavoro professionale nell’elisoccorso con dottori, infermieri, sommozzatori VVF, soccorritori aereo fluviali e certamente i primi professionisti nel volare con l’elicottero VVF.
Una domanda sorge spontanea: ma se la regione Liguria immette risorse economiche tramite convenzioni è ammettere politicamente che il soccorso è stato indebolito dalle politiche centrali ed inoltre queste risorse ricadono in un aumento dei carichi di lavoro sui numeri esigui dei vigili del fuoco.
USB non vuole che si venga a creare una disuguaglianza tra regioni, chi ha più risorse può alzare i livelli di salvaguardia e protezione del territorio, mentre regioni più povere devono fare i conti con parametri decisamente più scadenti.
Giovedì 14 la nostra O.S. era all’ennesimo tavolo di conciliazione per lo sciopero riguardante proprio il soccorso nautico, siamo stufi di proposte nell’istituire tavoli tecnici dove non ci sono risorse e dove la base deve continuamente adattarsi ai continui tagli imposti dalla cattiva gestione delle risorse dello stato.
La situazione negli altri reparti è un copia incolla, in quanto i sommozzatori soffrono la chiusura del nucleo di La Spezia obbligando Genova ad occuparsi di tutta la costa ligure compreso il territorio toscano.
Oggi oltre a questo scenario che vede 63 pompieri terrestri presenti giorno e notte nella provincia di Genova che racchiude più di 860000 abitanti con un territorio fragile come dimostrato nelle tragedie che ci hanno colpito, dove grazie agli amministrativi decimati e mortificati da un riconoscimento economico mai avvenuto permettono la sopravvivenza del soccorso , i pompieri incrociano le braccia perché è arrivata la mazzata finale:
il recupero dei crediti nelle tasche di chi ha un contratto scaduto da otto anni, dove la riforma pensionistica e il blocco del turn over ci obbliga a permanere sino a 60 anni, dove un capo reparto dopo 35 anni di anzianità percepisce 1500 euro, dove se ti fai male in servizio sei considerato come un Handicappato del sistema e il tuo salario notevolmente indebolito.
Questo recupero crediti che prevede 10 anni di retroattività arriva come il montante in un incontro di pugilato senza fine, dove l’avvocatura di stato si esprime su richiesta del ministero su una indennità che sino a pochi anni fa era impenetrabile: quella di rischio.
Il concetto è se produci sopravvivi, se non produci muori di fame.
Noi invece chiediamo un salario dignitoso non sulla produttività ma bensì basato sulla nostra professionalità, un progetto di assunzioni che ci porti ad essere sufficienti nel soccorso come in Europa di 1:1500 abitanti e non 1:15000 come in Italia e una riforma pensionistica che tenga conto del nostro lavoro particolarmente usurante.
Oggi la base si ferma perché è stanca e chiede ai cittadini di unirsi verso questo continuo attacco al sistema sociale dove l’unica soddisfazione che ci permette di andare avanti è credere nel servizio pubblico e la consapevolezza dell’importanza in uno stato sociale e moderno che considera il servizio alla persona un bene e non un costo.
USB Vigili del Fuoco non accetta e scende in piazza con uno sciopero nazionale di categoria il giorno 6 maggio