GORIZIA… VISITE MEDICHE STRANE E SOLITI ORDINI SOTTOVOCE!!!
Lavoratori,
certo è che in tutti questi anni di reggenza la dirigente periferica a Gorizia ne ha fatte di cotte e di crude, passando di fatto alla distruzione totale di un comando che in un modo o nell’altro funzionava (prima del suo arrivo).
Il ciclone creato da questo manager (chiediamo in anticipo di perdonateci a tutti i manager in ascolto che si dovessero sentire offesi da tali paragoni!!!) è stato devastante, ed il metodo usato è sempre lo stesso:
chiamare il capo turno di servizio;
distruggere e contravvenire a tutte le disposizioni, anche quelle scritte di proprio pugno, favorendo il proprio uso personale del dispositivo di soccorso;
nascondersi, dinnanzi al fatto compiuto e contestato dalla scrivente O.S., celandosi dietro un semplice: “ma Io non ho detto nulla!!! … è il capo turno che ha deciso arbitrariamente!?!”
Provate ad immaginare, che perfino quando deve rispondere alla scrivente O.S. (cosa che comunque fa molto raramente, tanto che per questo ed altri motivi siamo in costante stato d’agitazione), non utilizza la posta istituzionale del comando ma ci fa pervenire le informazioni tramite la posta “istituzionale, ma personale della sua segretaria particolare” in modo che se dovessimo contestare il tutto la stessa (la manager) potrebbe affermare con tutta sincerità di non aver dato nulla o comunicato nulla…
Capirete bene che tutto questo genera un regime di terrore e sconforto a tutto il personale di Gorizia che vive solo per il giorno che questo dirigente possa essere finalmente promosso e spostato (vecchia tradizione dell’antica Roma, che ai confini dell’impero forse non vale più di tanto); si aggiungono giorno dopo giorno situazioni inverosimili che di fatto torturano i lavoratori della provincia.
Ultima tra le sue malefatte è l’applicazione dell’art. 33 comma 3 del regolamento di servizio (ricordiamo per dovere di cronaca che la manager in questione si è vantata più volte d’aver contribuito alla nascita di tale regolamento, aggiungendo perle di saggezza ad un documento così sopraffino); quindi tornando a bomba sul problema, il malcapitato lavoratore che dovesse risultare in malattia per più di venti giorni (citeremo un caso paradossale ma non molto discostante dalla verità), dovrà inviare alla sede centrale in busta chiusa un certificato con la diagnosi ad indirizzo del medico del comando (il quale riceve solo il mercoledì di ogni settimana, escluso che non cada di festivo, dalle 10.00 alle 11.00) il quale deciderà di conseguenza (previa consultazione verbale con la manager) la quale invierà il tutto “lavoratore compreso” alla commissione medica ospedaliera (CMO) che per il nord-est si trova a Padova, in modo da costatare se il lavoratore sia idoneo a rientrare in servizio.
Premettendo che nel periodo di attesa tra un mercoledì e l’altro, il malcapitato di turno farà servizio solo presso la sede centrale (quindi se proviene da qualche distaccamento ne consegue un disaggio per tutti in quanto partono sostituzioni o saltano ferie) è consequenziale che il lavoratore vada a Padova a proprie spese e usando il proprio tempo libero (oltre al danno la beffa!!!). Per poi magari trovarsi una volta arrivato al CMO dinnanzi ad un medico che si stupisce (per non dire altro…!!!) di cosa ci faccia un vigile del fuoco dinnanzi a lui a fronte di una slogatura del polso, che si lo ha allontanato dal servizio per 20 giorni ma non ne ha pregiudicato la sua capacità fisica al proseguo professionale dell’attività.
Certo è che dopo un travaglio del genere dovremmo controllare se il lavoratore non si senta leso e depresso per i troppi abusi subiti ad opera del suo datore di lavoro che come sappiamo è solo bravo a fare disposizioni di servizio su:
come si ci veste all’entrata ed uscita dalla sede di servizio;
come bisogna camminare all’interno della sede centrale, disegnando un vero percorso di guerra;
come bisogna presentarsi dinnanzi al proprio dirigente non ricevendo di contro nessuna considerazione;
ecc… ecc… (altro non riusciamo a dire per evitare che il ricordare ci faccia star peggio di come stiamo).
Quindi questo è quello che adesso succede a Gorizia, ma non dubitiamo che presto possa succedere altro… ed è per questo motivo che ci rivolgiamo a chi assiduamente ci legge (magari il capo del corpo) per ricordargli se ai prossimi spostamenti con promozione non ci sia qualche bel ufficio vuoto da riempire a Roma (anche senza un incarico ben preciso, tanto confidiamo nella bravura espressa fino ad oggi dalla dirigente) in modo da evitare che solo Gorizia abbia a che fare sempre e solo con un manager così premuroso e solerte (almeno a suo modo di pensare!!!), del resto “mal comune mezzo gaudio”.