GENOVA IN GINOCCHIO! I SOCCORSI..... FORSE A REGIME TRA UNA SETTIMANA

Genova -

 

COMUNICATO STAMPA

 

Vivere in una città in cui le amministrazioni rincorrono il risparmio e lasciano il cittadino solo e indifeso è oramai entrato nella cultura del GENOVESE.

Siamo in una continua battaglia mediatica dell'immagine perfetta, nulla fuori posto, tutto sempre in ordine, o forse in “riordino” come la spending review dei pompieri, quando si accendono i riflettori si prepara la macchina in pompa magna e la gara del più bello, del perfetto inizia raccontando solo l'aspetto di facciata dove dietro si cela la tragica realtà.
Se la matematica non è una opinione questi sono i dati oggettivi:


• venerdì 14 ore 03 inizia la guerra del tornado e delle alluvioni nel territorio genovese;


• la macchina del soccorso inizia a mettersi in moto;


• grazie a una convenzione con la Regione Liguria si tampona l'inevitabile;


• il comando attua timide norme per un richiamo suppletivo del soccorso (una manciatina di uomini), compreso due pompieri di Vercelli con una autoscala (non quella marchiata Renzi ma di circa 20 anni)


• non si apre la sala operativa 115 (cuore della gestione di uomini e mezzi) e si lasciano 4 centralinisti con la conseguenza in caso di chiamata di soccorso di una cinquantina di chiamate in coda;


Alle 12 di sabato ci sono al 115 circa 150 interventi in coda e domenica visto il carico di lavoro e una paga oraria da fame (circa 5 euro netti all'ora), si richiamano 25 unità in straordinario. Se ne presentano 14 e la situazione è tragica, coma di consuetudine, 63 pompieri nelle 24 ore con più di duecento interventi in coda.

L'importante è che i nostri amministratori raggiungano l'obiettivo del risparmio mentre la logica direbbe di attuare il raddoppiamento dei turni (mettendo in evidenza la carenza di organico), questo avrebbe permesso di avere circa 170 pompieri disponibili H24 sino al rientro dell'emergenza, ma meglio il feddback del risparmio a quello del soccorso.
Questa politica attuale non corrisponde al soccorso tecnico urgente ma ad un soccorso tecnico prorogabile dove le condizioni di lavoro e i carichi sono precari e il cittadino continua a soffrire un disservizio essenziale per la sopravvivenza.
Per queste motivazioni organizzeremo a breve un confronto aperto con la cittadinanza per chiarire quali diritti essenziali devono permanere in paese democratico e industriale come il nostro, invitando la politica e l'amministrazione per un confronto con le istituzioni locali e poter prendere definitivamente coscienza che lo stato sociale non si tocca.

 

 

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