FUKUSHIMA MON AMOUR: OVVERO COME IGNORARE FELICEMENTE LA REALTA

Nazionale -

Alla C.A. del Ministro degli Interni Roberto Maroni

Alla C.A. del Capo Dipartimento Prefetto Paolo Francesco Tronca

Alla C.A. del Capo del Corpo ing. Alfio Pini

Alla C.A. del responsabile del settore formazione ing. Agresta

 

La cronaca di questi giorni ci racconta di centrali nucleari insicure, di rivolte sociali con flussi migratori impressionanti, di dittatori con arsenali pieni di pericolose armi chimiche.

La storia di ieri ci raccontava le stesse cose, ma noi non abbiamo saputo prestare la giusta attenzione.

Dopo l’11 settembre 2001, il nostro Dipartimento e i nostri governanti hanno voluto dare un segnale di risposta al pericolo attentati, l’impatto mediatico delle “Torri Gemelle” ridotte ad un cumulo di macerie era troppo forte per essere ignorato.

Così arrivano i soldi, nascono i progetti, l’idea dei nuclei NBCR prende forma: i Vigili del Fuoco necessitano di  nuove attrezzature e di una formazione adeguata.

 

Dunque si fa sul serio!

 

Così almeno sembrava.

 

Dieci anni dopo quel maledetto 11 settembre i progetti si sono affievoliti, la formazione si è fermata, i nuclei non sono nati e i soldi per le attrezzature non ci sono più: molte infatti sono scadute o fuori manutenzione.

 

I nuclei NBCR non sono sostenibili, l’organico è all’osso.

 

Chi con sacrificio e voglia di imparare si è fatto settimane di corso fuori casa per apprendere le tecniche NBCR, oggi è disilluso e non più aggiornato.

 

Magari tra i Pompieri qualcuno sorride ed è contento, ma invece è l’ennesima sconfitta del Corpo Nazionale e soprattutto una sconfitta per la sicurezza dei cittadini.

 

Oggi il pericolo è maggiore di 10 anni fa per quanto riguarda i rischi non convenzionali: si pensi alla instabilità di tutta l’area araba (nord africa e medio oriente) che sta creando flussi migratori di notevole portata, occasione ghiotta per eventuali infiltrazioni da parte di uomini di Al Qaeda nel nostro Paese, non tralasciamo poi l’ipotesi di un vasto arsenale chimico e biologico in mano a Gheddafi.

 

Aumentati anche in questi 10 anni i rischi di natura  convenzionale: l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima ci deve far riflettere ancora una volta, dopo Chernobyl, sui rischi connessi all’uso dell’energia nucleare, oggi più di ieri, perché le centrali sparse in tutta Europa, circa 200, di cui 59 nella vicinissima Francia, sono più vecchie e dunque più pericolose di 10 anni fa. Si pensi che nella breve storia del nucleare civile, sono stati segnalati oltre 130 incidenti che hanno causato fuoriuscita di materiale radioattivo.

 

Inutile ricordare che un isotopo radioattivo può avere una vita di poche ore fino a decine di migliaia di anni (il Plutonio ha un emivita di 24.000 anni).  Dunque incidenti avvenuti anche in altri Paesi hanno effetti globali, riguardano tutti, un radionuclide di lunga vita entra con facilità nella catena alimentare umana, contaminando non solo la popolazione residente, ma anche le popolazioni di altri continenti.

 

Oltre al non trascurabile rischio nucleare, non dimentichiamo gli enormi rischi legati ai prodotti dell’industria petrolchimica, ci siamo forse scordati dell’incidente di Viareggio?

 

Ogni giorno migliaia di camion cisterna viaggiano per le nostre autostrade, i corsi di LPG sono fermi, i nuclei travasi in città come Bologna, snodo ferroviario e stradale italiano fondamentale, non esistono, città come Ferrara con il suo polo petrolchimico vede la perdita del suo Know How in questo settore per la mancanza totale di progettualità della nostra amministrazione, potremo aggiungere alla lista molte altre importanti città industriali che non hanno personale con adeguata preparazione per incidenti di una certa rilevanza.

 

Altro importante settore che coinvolge l’NBCR, è il rischio biologico: la paura dell’ “aviaria” la ricordate tutti vero? Il famigerato virus H1N1.  

 

Dopo aver speso miliardi in un inutile vaccino, i nostri governanti si sono scordati che il rischio e concreto e rimane, si sono arricchire case farmaceutiche invece di pensare ad approntare un efficace sistema di gestione dell’emergenza.

 

Dunque l’NBCR è un settore che merita investimenti importanti,  in termini di formazione e uomini, altrimenti diventa la solita vetrina per far fare bella figura a qualche dirigente in odor di promozione. Si pensi alle potenzialità dei nuclei in questione, non solo per quanto attiene i rischi di cui vi abbiamo accennato, ma si potrebbe rafforzare i nostri compiti in materia ambientale, l’NBCR potrebbe diventare uno strumento efficace per la lotta all’inquinamento. L’NBCR deve essere uno strumento di tutela non solo dei cittadini, ma di tutti i Vigili del Fuoco, perché grazie alle attrezzature e conoscenze dedicate a questo ambito si può prevenire l’esposizione dei nostri uomini a sostanze particolarmente pericolose.

 

La cultura NBCR è propria dei Vigili del Fuoco, non nasce nel 2001, si sono sempre affrontati scenari di questo tipo, la differenza è di poterlo fare con la massima professionalità e il minimo rischio.

 

Quindi l’invito all’amministrazione e al Governo di tornare a ripensare a tutto il dispositivo di soccorso, noi Vigili del Fuoco abbiamo bisogno di risorse che il Comparto Sicurezza non ha e non ci darà mai, perché all’interno di questo Comparto altre sono le logiche che vengono perseguite. Una Nazione che ama definirsi moderna, non può permettersi di trascurare il proprio Corpo dei Pompieri, pena: la perdita di competitività in ambito internazionale.

 

Avere un dispositivo di soccorso inefficiente penalizza non solo in termini di salvaguardia di vite umane (per noi l’aspetto fondamentale) ma anche in termini economici.