FORMAZIONE:

comincia la rincorsa al dirigente che riesce a chiedere di più e prima!

 

 

 

 

 

Roma -

Lavoratori,

è cominciata la lotteria di inizio anno sulla formazione, i vari direttori regionali si stanno adoperando a chiedere fondi per la formazione convocando a macchia di leopardo le organizzazioni sindacali sul territorio a confrontarsi con l’amministrazione per la pianificazione didattica del 2007. Dire a priori che tutto non va bene e che tutto è da rifare sarebbe troppo facile, ma affermare che qualcosa và doverosamente rivisto è necessario. Da parte del personale nei vari comandi si ha la netta sensazione, che Roma, centro della progettazione, realizzazione e sviluppo delle linee guida, e che dovrebbe occuparsi, anche, del coordinamento della formazione non abbia ben chiaro come la stessa, nei comandi, venga “gestita”. In questo anno di transizione verso il nuovo (?) regime o come altri lo chiamano ordinamento e\o comparto, sul territorio abbiamo assistito ai più variegati corsi di formazione, dove spesso vista la qualità della materia trattata e la partecipazione dei discenti (il numero minimo è stato, ci dicono di 6 unità) sembra che l’interesse maggiore sia quello di far arrotondare lo stipendio al direttore del corso piuttosto che trasmettere conoscenza al personale, senza dimenticare il raggiungimento degli obbiettivi dei dirigenti.

Se un corso neve e ghiaccio ha fatto tremare le mura di qualche ufficio, una passatina veloce di due giorni vicino al Sesia ha partorito zitti zitti anche qualche nuovo fluviale, - se in alcuni comandi la parola d’ordine è NBCR, in altri sono i disseti statici con tanto di gita a Posillipo, - e in altri le moto d’acqua vanno per la maggiore. In tutti questi anni auspicavamo che il tanto celebrato e decantato “libretto formativo” (LIF) diventasse una realtà, oggi riteniamo che sia una necessità inderogabile ma soprattutto è indeclinabile che prima l’amministrazione centrale pianifichi e programmi una attività omogenea sul territorio e poi dove è possibile vigili sulle direzioni regionali e di conseguenza sui comandi provinciali, perché ci sia effettivamente un accrescimento culturale della categoria. In questi anni abbiamo assistito a colleghi che sono passati dalla patente IV° grado al SAF2A, per poi buttarsi sul CDV e poi diventare magari anche istruttori TPSS e tra un turno e l’altro diventare anche NBCR livello III, tutto questo grazie alla mancanza di criteri e soprattutto di trasparenza. Questi operativi “POLIFUNZIONALI e TUTTOLOGI” poi non hanno alcun impiego reale nel quotidiano del soccorso, quella cosa, quel concetto finale che sembra sfuggire un po’ troppo spesso alla nostra Amministrazione.

La formazione deve essere concepita come = aumento di professionalità = abbattimento degli incidenti e infortuni sul lavoro = aumento della qualità e della risposta nel soccorso; e non per ultimo dopo un percorso formativo anche il dovuto riconoscimento economico, ma poi il risultato della nostra equazione tenderebbe all’infinito e allora !! Con questo nuovo regime e con alcuni atteggiamenti dirigenziali periferici il dialogo, la contrattazione o anche la concertazione come si usa oggi sono azzerati e tutto viene calato dall’alto quasi imposto. Ovviamente non si può e non si deve generalizzare, anche se qualche rampante “amministratore” assetato di carriera in giro per i comandi non manca. Quando noi gente di cortile invece pensiamo ancora agli incendi e al soccorso. Il 2007 deve però essere l’anno della svolta, abbiamo in questi giorni preso visione delle bozze dei prossimo concorsi a CS CR ed Ispettore e dopo una prima reazione di orrore e sgomento poniamo anche una riflessione ai massimi vertici della formazione del CNVVF, “ma facciamo ancora i pompieri o facciamo solo NBCR nei Vigili del Fuoco ?” e ancora “ma siamo sicuri, in considerazione di quanto sopra rappresentato che tutto il personale del CNVVF abbia avuto le stesse opportunità formative?”. Ci permettiamo anche di sollevare la questione relativa al controllo della qualità dei corsi somministrati al personale, che prima o poi andrà seriamente affrontata, in quanto ad oggi si è troppo o quasi esclusivamente badato all’aspetto quantitativo rispetto a quello qualitativo del personale formato. Chi trasmette conoscenza e come la trasmette.

Come sempre sicuri che la voce della base, del cortile grazie alla sola RdB-CUB ed ai suoi comunicati giungerà dirompente presso i palazzi del potere e convinca i lavoratori che una svolta è sempre più necessaria.