FINCHÉ C’È GUERRA NON C’È SPERANZA
Lavoratrici e Lavoratori, come Organizzazione Sindacale sentiamo il dovere di alzare la voce davanti a ciò che sta accadendo.
Non esistono Pompieri che vivono in un’isola felice, fuori dal mondo: siamo cittadini e genitori, ci curiamo negli ospedali pubblici, accompagniamo i nostri figli a scuola, subiamo gli stessi tagli e le stesse ingiustizie di tutti gli altri.
E allora come si può accettare che lo Stato butti 40 miliardi di euro l’anno in armi, mentre a noi restano solo le briciole? Come possiamo assistere in silenzio a massacri e stermini, avallati dalla politica, che ingrassa le multinazionali delle armi e ci lascia con stipendi da fame e pensioni da miseria?
È questo il prezzo della “pace sociale” garantita da sindacati complici, che firmano contratti indecenti recuperando appena un terzo dell’inflazione, mantenendo i buoni pasto a 7 euro e lasciando i compensi delle vigilanze fermi da decenni. Intanto i loro segretari diventano ministri e parlamentari e siedono al fianco di chi ci affama: ecco perché non si oppongono a nulla!
È ora di svegliarsi!
Non possiamo più restare spettatori. Dobbiamo riconquistare dignità, forza e voce. Questo significa rompere le catene che ci vogliono sudditi, e scegliere un Sindacato libero, indipendente, che non si piega alla politica e ai poteri forti: USB.
Colleghe e colleghi, non credete a chi vi dice che il sindacato debba occuparsi solo della categoria: se ci rubano il futuro come cittadini, ci rubano anche il presente come lavoratori. Se c’è guerra, se c’è sfruttamento, se c’è complicità, non ci può essere giustizia né per i Vigili del Fuoco né per nessun’altro.