Emergenza incendi, l'ennesimo spreco di risorse
Nella Regione Lazio, forse unico esempio nel suo genere, accade che a fianco dei ben noti numeri a cui il cittadino può rivolgersi in caso di emergenza incendi: il 115 per i Vigili del Fuoco e il 1515 per il Corpo Forestale di Stato, si affianchi un altro numero l'803.555, che corrisponde all'ennesima sala operativa, stavolta di proprietà della Protezione civile della Regione Lazio.
Questo trialismo, “miracolosamente” salvato da tutti i tentativi di taglia alla spesa, altro non fa che innescare una inutile confusione tra la popolazione, un accavallamento superfluo di competenze ed un'enorme spreco di risorse economiche, infatti ognuna di queste istituzioni è dotata di identici mezzi per lo spegnimento con apparentemente con le stesse funzioni.
Questo oltre a testimoniare l'ennesimo fallimento di un'amministrazione che non sa letteralmente che “pesci prendere”, trova nel Lazio un altro elemento di singolarità, siede infatti nel Parlamento Regionale, tra i banchi della maggioranza, una antica conoscenza del CNVVF: l'Ing. Abate.
Egli, eletto trionfalmente con i voti dei Vigili del Fuoco (precari compresi), illusi che una presenza dei “nostri” avrebbe sicuramente avvantaggiato il Corpo, ha avallato tutto il peggio che si potesse fare a discapito del CNVVF stesso.
Il Lazio e la città di Roma in particolare, ha infatti un rapporto bassissimo tra popolazione presente e Vigili del Fuoco che è di 1:24000. Ben lontano da qualsiasi standard.
Sempre a Roma i Vigili del Fuoco non svolgono più il servizio antincendio nelle metropolitane, nel Lazio le tre APS finanziate coi sovvenzionamenti Regionali sono state eliminate (Sezze, Fondi, Frosinone), e di servizi antincendio stagionali sulle isole di Ponza e Ventotene demandate ai Volontari nostrani.
Questi provvedimenti non fanno che aggravare la situazione economica del Corpo Nazionale, il quale oltre a perdere o demandare competenze, perde importanti introiti economici.
Forse qualcuno se ne sarà accorto ma il demansionamento e il mettere in concorrenza il CNVVF con altre realtà, riempendo il Corpo di 57 mila precari, fa parte di un progetto in atto da anni di sfrondamento di una istituzione i Vigili del Fuoco appunto, esistente fin dai tempi dell'antica Roma.
E' la logica del mercato, sta in piedi chi è in grado di competere al costo più basso, che lascia i lavoratori in una inutile guerra tra poveri, ma nel quale ad arricchirsi sono gli appaltatori ed i loro committenti, permettendo alla malapolitica di avere tantissime poltrone da assegnare.
Ad opporvisi a questo malaffare diffuso non troviamo più le organizzazioni sindacali, svestito il ruolo conflittuale e trasformatesi ormai in agenzie multiservizi, ai quali interessa metter mano ai fondi pensione e cogestire con l'amministrazione tutto ciò che facilmente possono rivendere ai lavoratori come chissà quali risultati, vedi mobilità, passaggi di qualifica, cambi turni, richiami dei precari, vigilanze.