DOVE SONO I SOLDI DELL'O.N.A.?

Lavoratori,

qualcuno di voi si ricorderà della cara vecchia O.N.A (Opera Nazionale di Assistenza per il personale del C.N.VV.F., Eretta in Ente Morale con D.P.R. 30 giugno 1959, n. 630) presso il Ministero dell'Interno. L'Opera Nazionale di Assistenza per il Personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco provvede all'assistenza materiale e culturale degli appartenenti al Corpo siano essi in servizio o in quiescenza, ai loro familiari, ed agli orfani. Ha la natura giuridica di una fondazione privata e attende ai suoi fini istituzionali con un proprio bilancio, articolato in 25 capitoli d’entrata (tutti noi contribuiamo) e 44 capitoli di spesa.

In particolare l’Opera può, in relazione ai propri mezzi e alle proprie finalità, attuare le seguenti provvidenze:

  • gestione di collegi, istituti, colonie climatiche, centri di soggiorno, case di riposo;

  • ricovero dei minori presso istituti, collegi e colonie climatiche;

  • allestimento di soggiorno climatici per le famiglie degli appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;

  • altre possibili forme di assistenza che a sua volta si dividono in assicurazione sanitaria, sinistri, case di cure in convenzione in Italia ed Europa e polizze (<link http: www.vigilfuoco.it aspx>per i dipendenti V.F., <link http: www.vigilfuoco.it aspx>per il personale dell’ Amministrazione Civile e per il personale in quiescenza).

In parole povere si occupa direttamente di tutti noi appartenenti al Corpo.

Ma come è andata l’opera dell’Opera (scusate il gioco di parole) nell’anno 2011, che il primo anno senza la USB? E come sta iniziando questo 2012?

Ci dispiace dover dire che, è sempre valido quel detto “che a pensar male si fa peccato, ma avvolte si azzecca” , è un dato di fatto che dal primo gennaio dell’anno passato la USB non fa più parte di quelle O.S. (sono ammesse solo le prime quattro più rappresentative) che direttamente possono presenziare alle varie riunioni per costatare direttamente lo stato di salute dell’Opera. Ed è indubbio che è coinciso con la nostra uscita di scena che la stessa sia caduta in un baratro dal quale difficilmente ne potrebbe uscire fuori (forse la lunga mano dei Prefetti?). L’effetto di tale tracollo, è indubbio, ricade inevitabilmente su tutti noi, che non possiamo avvalerci dell’assistenza dell’Opera poiché attualmente la sola cosa che sappiamo con certezza è che non ci sono soldi! Peccato che non ci abbiano ancora spiegato il perché mancano i fondi, visto che le entrate dell’Opera non si sono chiuse.