DOPO TUTTO ANCHE RATMAN

RIFLESSIONI DEL 2 NOVEMBRE 2010.

Venezia -

Una cosa sola è certa: non siamo più in grado di essere tutelati nei confronti dello strapotere e dell’arroganza dei nuovi dirigenti.

 

E’ vero esistono delle regole che dovrebbero servire proprio a questo, ma se i dirigenti non le rispettano?!?

 

Quali sono le azioni che possiamo intraprendere per essere tutelati come lavoratori?

 

...ma, lo sappiamo tutti... il ricorso al TAR!!!

 

Il ricorso al TAR ha inizialmente un costo economico non trascurabile e, cosa ben più grave, ha dei tempi incompatibili con quelli delle sanzioni che ci vengono comminate.

 

La censura ha validità 2 anni per un ricorso al TAR non ne servono meno di 6 per cui di fatto non sono in grado di far valere i miei diritti e le mie ragioni.

 

Il comandante perciò riveste il ruolo di accusatore, giudice e boia senza soluzione di continuità, togliendoci la possibilità di un giudizio imparziale di cui avremmo diritto.

 

Non osiamo immaginare cosa potrebbe succedere con il prossimo ordinamento disciplinare che si preannuncia ancora più restrittivo...

 

Ma ad oggi chi controlla il controllore???

 

Da quello che possiamo vedere siamo semplici spettatori inermi di un sistema che in maniera conflittuale è vittima e carnefice ed il regolamento di servizio ne sarà la bibbia. Credo ma non oso immaginare quale tormento vivrebbe un nostro dirigente nell'imparzialità dell'atto coscienzioso di un eventuale auto colpevolezza. Ma per nostra fortuna esiste una regola non scritta che è vangelo per questi nuovi rampanti dirigenti “la legge va a se interpretata ed ad altri applicata!!!”

 

E se, come in casi ben noti anche sull'applicazione non riuscissero ad essere fiscali, complice l'immunità creata dal nostro dipartimento, che fine faremmo tutti noi semplici operai sotto un padrone che oltre a tutto anche non sa!?!

 

Per effetto della nuova finanziaria i contratti dei prossimi anni subiranno un blocco forzato e le Organizzazioni Sindacali hanno tutto il tempo si analizzare, denunciare e combattere tutti questi abusi senza aver timore di togliere tempo prezioso ad altri temi.

 

Siamo convinti che lo strapotere e l’arroganza non premia la gestione e la progettualità ad ampio respiro ma serve solo sottolineare la effimera forza del singolo, il bene comune lo si amministra con la partecipazione paritaria dei lavoratori, con il rispetto di tutti e delle regole.