Direzione Lazio: verbali, mobilità e sciopero.

A sostegno dei lavoratori…

Roma -

Lavoratori,

dopo 40 giorni circa di gestazione dal suo concepimento, abbiamo ricevuto, poiché finalmente dato alla luce, il verbale dell’incontro tra amministrazione e sindacati relativo alla prima informazione ufficiale sul trasferimento dei lavoratori della sede della Direzione Lazio presso il magazzino della Pisana. Tralasciando di analizzare quale scienza abbia potuto individuare questo stesso manufatto per ospitare due uffici dalle funzioni istituzionali così “inerenti” tra loro, invitiamo tutti i lavoratori a prendere visione delle posizioni espresse, da chi li rappresenta, sull’argomento. Si noterà che queste si dispongono specularmente alla linea politico sindacale generale che ogni Organizzazione professa; si va quindi dalla posizione contraria e perseguita attraverso un’attività corrispondente, la nostra, ad altre che non solo non esprimono dissenso per i forti disagi che si prevedono per i lavoratori o verso l’offesa rivolta loro, cioè paghi ancora chi ha sempre pagato, ma si preoccupano di dare per scontata la vittoria dell’amministrazione prescindendo dalle esigenze e dalle rivendicazioni dei lavoratori. La foglia di fico della richiesta di potenziamento dei mezzi pubblici all’ATAC è la controprova della loro subalternità, coincide infatti con quanto già fatto e comunicatoci dall’amministrazione. Questa foglia è così sufficiente per alcuni, che si dichiarano addirittura favorevoli al trasferimento.

Altro elemento emerso recentemente è la mobilità all’interno dell’area romana. Sebbene riteniamo questo un atto dovuto nei confronti dei lavoratori, registriamo un’insolita solerzia dell’amministrazione nella sua attuazione. Attraverso ciò l’amministrazione fornisce uno strumento di ipotetica, visto il salto nel buio, (prospettato tra l’altro ad una maggioranza di lavoratori non in tenerissima età) risoluzione individuale del problema, una freccia nell’arco della dissuasione dalla lotta. Il personale operativo dei ruoli VF, CS e CR rimane al palo e non potrà produrre domanda, gli ordini, si sa, non si discutono, si eseguono.

In questo quadro non esaltante questa O.S. ha dichiarato la volontà di promuovere una prima giornata di sciopero e contestualmente richiesto, nel rispetto della normativa vigente, il previsto “tavolo di conciliazione”. Anche qui la confusione degli amministratori centrali regna, pur comprendendo che tutto ciò che non ricada in limitati binari burocratici pone loro dei seri problemi politico-procedurali, riteniamo quantomeno stravagante che venga designato, quale titolare del procedimento di conciliazione, lo stesso Direttore Regionale, il quale si troverà nella posizione di arbitro e giocatore allo stesso tempo. È bene sottolineare che, a coronamento di questo spettacolo la comunicazione ufficiale di tutto ciò ci è pervenuta dal Comando di Roma, che c’azzecca? Fantasia al potere? O manovra per connotare la vertenza in ambiti territoriali più ristretti? Non ci interessa molto.

I nostri interlocutori sono i lavoratori, nella prossima assemblea affronteremo attraverso il dibattito cosa intraprendere; senza illusione, poiché coscienti delle forze in campo, ma soprattutto senza rassegnazione, poiché sempre e comunque è solo tracciando con determinazione un percorso di lotta che si potrà ottenere. Attraverso questo percorso, in ogni caso, i lavoratori stanno già elevando le loro capacità difensive, questa è già una vittoria, non può togliercela nessuno, e siamo certi che per il futuro che ci si presenterà avrà un suo valore. Ora però, pensiamo al presente, togliamo il sostegno al sindacato dannoso.

…c’è solo USB