DIREZIONE LAZIO: IL VOLERE DEI LAVORATORI E' OPPOSTO A QUELLO DELL'AMMINISTRAZIONE E AL SILENZIO SINDACALE

Roma -

Lavoratori,

un ovvio compito sindacale è quello di porre attenzione su lavoro, condizioni di lavoro e influenza di ciò sulla vita quotidiana.

La consultazione del personale avviata e conclusa da questa USB sul trasferimento coatto della Direzione Lazio presso la sede della Pisana, ha dato esiti innegabili. 50 lavoratori su 54 hanno espresso il proprio convincimento a riguardo, l’86% si è dichiarato contrario, il 10% favorevole, il 4% si è astenuto.

La schiacciante posizione contraria dei lavoratori, che conferma ed estende quanto già manifestato a questa USB in occasione dell’assemblea, è determinata da molteplici ragioni dal significato puramente rivendicativo, sindacale.

Tenuto conto che la scelta della sede a cui si “approda” , eventualmente anche dopo molti anni, è determinata da motivazioni di carattere familiare, economico, personale e professionale, sottolineiamo le considerazioni emerse: innanzi tutto è calpestata la dignità del lavoratore che viene considerato alla stregua (o forse anche meno) degli strumenti della sua postazione di lavoro; i lavoratori saranno gravati da maggiori costi finanziari per il raggiungimento della sede, poiché questa è situata in una zona periferica, difficilmente raggiungibile con mezzi pubblici; per le stesse ragioni vedranno aumentati i tempi di percorrenza che inevitabilmente dovranno sottrarre alla propria vita privata.

Il pretesto del paventato risparmio di 9.000 euro mensili fa acqua da tutte le parti, possiamo immaginare cosa costerà in termini di consumi energetici e manutenzione l’utilizzo di una struttura di tali mastodontiche dimensioni.

Tra i costi dell’intera operazione, sia finanziari, sostenuti dall’amministrazione ma non esborsati dagli amministratori, sia umani esborsati dai lavoratori con l’incremento dei disagi, è facile individuare su chi saranno scaricati quelli maggiori.

Se proprio bisognerà allocarsi in immobili di proprietà pubblica, porremmo l’attenzione sui termini di richiesta alla Filiale del Lazio del Demanio, dove comunicando le caratteristiche e le necessità dell’Ufficio da riallocare si possono prospettare delle soluzioni, ad es. edifici in zone limitrofe, vuoti dalla fine della leva militare. Un po’ come avvenuto per gli appartamenti dai costi esorbitanti (vasca idromassaggio compresa) nel pieno centro di Roma in Via dei Quattro Cantoni, ma attualmente destinati ai vertici del Corpo anziché a risolvere problematiche diverse.

Altra soluzione proponibile è quella di traslocare presso l’Istituto Superiore Antincendi, valorizzandone gli spazi vuoti, mantenendo quella raggiungibilità della sede anche con i mezzi pubblici che, considerato l’aumento dei carburanti, “i prossimi aumenti contrattuali” e la disponibilità, non sempre certa, di mezzi di trasporto privati, non è da sottovalutare.

L’esito referendario così marcato prescinde dalle convinzioni politiche, personali o, ancor più, sindacali, di ciascuno. Questo è il volere ragionevole della base che vuole difendere i propri interessi economici e privati immediati.

Chi dice di rappresentare i lavoratori non potrà ignorare come trasformare ciò in valore rivendicativo, il silenzio degli assenti indica la loro colpevolezza di trascurare quel valore, speculare ai dati, anziché capitalizzarlo.

Ad ogni modo tutt’oggi, ad un mese dalla notizia ufficiale, l’amministrazione non ha illustrato nulla riguardo il progetto di organizzazione generale e del lavoro, del nuovo ipotizzato contesto.