DICHIARAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE

Trieste -

Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Gioacchino GIOMI

Al Responsabile dell'ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali
dott. Darko PELLOS


e p. c. Al dirigente periferico dei VVF di Trieste

ing. Eros mannino



Oggetto: dichiarazione dello stato d’agitazione di categoria-volontà di promuovere lo sciopero provinciale della categoria Vigili del Fuoco - richiesta del tavolo di conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e/o legge 83/2000 e successive modifiche.


La scrivente Organizzazione Sindacale, con la proclamazione dell'immediato stato di agitazione provinciale del personale del CNVVF, chiede l'attuazione della procedura di raffreddamento ai sensi della normativa in vigore.

Premesso che il traghettamento al regime Pubblicistico, di fatto risultata una riforma fallimentare, contraria alla professionalità di tutti i lavoratori del CNVVF, la scrivente contesta la gestione degli specialisti nautici e sommozzatori. Si sa fin da ora che “sostituzioni programmate” non permetteranno ad alcuni lavoratori di riuscire a svolgere la normale formazione e addestramento così come regolamentato dalle circolari in materia, per tale servizio specialistico, e in contraddizione con le stesse circolari prodotte dal dipartimento.

Si rappresenta che i nautici e sommozzatori per le loro competenze hanno delle grosse responsabilità, che non sono solo quelle di condurre mezzi navali del Ministero dell’Interno molto costosi, ma anche quello di dover rispondere in prima persona alle responsabilità stabilite del Codice Internazionale della Navigazione, oltre che nei confronti di chi è rivolto il soccorso.

Certamente essere distratti dalle normali attività formative e di addestramento non aumenta le personali capacità operative. Si aggiunge peraltro che la consapevolezza di non essere preparati, in quanto il dirigente, utilizzandoli per altri servizi, non permette loro di esserlo, diminuisce anche quella condizione mentale di certezza, sicurezza e autostima relativamente alle loro personali capacità.

Questione che sta già sollevando numerose perplessità proprio da parte di questi lavoratori, in quanto si sente già da tempo parlare di restituzione del brevetto nautico poiché non è garantita la continuità della loro professionalità e ciò porta i lavoratori a ricorrere ai ripari in forma di autotutela da una amministrazione che li sta spingendo verso una dequalificazione.

Ad aggravare tale situazione, quando si fa un servizio “di terra” è prevista l’indennità di turno, fino ad oggi non percepita in quanto nautici o sommozzatori, cosa che inevitabilmente aumenta il disagio.

Distrarre dal servizio specialistico il personale addetto per fargli svolgere servizio terrestre, quasi sempre non per esigenze di servizio impellenti, ma per la gestione ordinaria (si fa presente che ogni sede centrale e distaccata ha un suo organico e che in condizioni di normalità dovrebbe essere in grado di far fronte a tutte le esigenze di servizio, malgrado il riordino) esce di fatto dalla normativa in uso.

A Trieste al contrario le condizioni di eccezionalità sono diventate la norma.

Per quanto sopra, con la presente la scrivente dichiara, in ragione di quanto esposto e di altro che ci riserviamo di esporre nella sede opportuna, lo stato di agitazione provinciale e chiede l’immediata applicazione della normativa vigente.