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Maroni nel pallone

Il Manifesto

È caos tendopoli. Berlusconi: «Sono solo provvisorie. Procederemo con i rimpatri». Ma le Regioni non ci credono. Vasco Errani: «Sono ingestibili». Nella gestione demenziale i Vigili del Fuoco denunciano: «Noi, spostati da nord a sud senza un piano»

Contrordine, dietrofront. Dopo essere stati mobilitati la sera del 31 marzo alle ore 20 in tutta la regione Piemonte, essere confluiti a Torino, essersi quindi diretti a Piacenza a ritirare alcune tende prestate da una struttura della protezione civile, i Vigili del Fuoco di tutte le province del Piemonte (in totale 167 uomini) alle due di notte hanno iniziato a montare le strutture per la tendopoli che avrebbe dovuto ospitare duemila migranti nell'Arena Rock di Torino. Era stato stabilito in una riunione convocata dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco del ministero dell'Interno nel pomeriggio di giovedì. Tutto deciso, allora. No: ieri pomeriggio alle 15 il contrordine via fax: «l'intervento è sospeso a tempo indeterminato». E i vigili, increduli, hanno cominciato a smontare le tende appena messe in piedi. Increduli, e pure un po' arrabbiati. Per loro significa: essere stati convocati per via urgente di sera, avere iniziato un turno di 24 ore che poi però, vista l'interruzione dell'«emergenza», li porterà questa mattina ad essere di nuovo pronti per l'ordinario servizio di dodici ore. Cos'è successo? Che il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, aveva inviato un comunicato stampa e contattato il ministero: «Nessuno ci ha avvertito, l'Arena è stata promessa a maggio per il raduno degli alpini». Il raduno degli alpini, certo. E magari anche le elezioni comunali, in data anche quelle per lo stesso mese.

Ancora: dietrofront contrordine. Siamo di nuovo in Piemonte, stavolta in provincia di Alessandria. I Vigili del Fuoco, ancora loro, sono stati inviati ieri con la stessa procedura di urgenza ad Occimiano. Obiettivo, anche qui, costruire una tendopoli. Stavolta in una struttura del ministero della Difesa. Erano arrivate rassicurazioni: procedete, si tratta di un'area dismessa. Dismessa sì, ma da parecchio tempo. Tanto da essere un acquitrino. E non solo: nelle casette che compongono parte della struttura sono stati scoperti tetti di amianto. Una relazione dei vigili e della prefettura ha chiesto lo stop. Tutto rimandato al prossimo martedì, dopo l'incontro settimanale della «cabina di regia» che dovrà fare il punto sulla situazione.

Punto, punto e virgola, due punti. Viene davvero in mente Totò a seguire la rocambolesca gestione dell'emergenza firmata Roberto Maroni. Il ministro dell'Interno pare proprio non sapere dove mettere le mani. Neppure la presenza del premier Silvio Berlusconi che ha assicurato la «provvisorietà» delle tendopoli è riuscita a smuovere di un centimetro Regioni e Province. Ieri, nel primo incontro della «cabina di regia» - luogo deputato per coordinare l'emergenza tra ministeri e enti locali - il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani è stato chiaro: «Le tendopoli non sono gestibili, e nessuno le vuole». «Neanche quelle provvisorie», ha aggiunto dopo che tramite comunicati stampa il governo aveva provato a far credere che almeno su questo ci fosse convergenza.

Ma aldilà delle schermaglie politiche il problema è a monte. La strampalata gestione dell'emergenza del ministro Maroni sta disegnando un nuovo modello che fa fuori la Protezione civile e il Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dei ministri del dopo-Bertolaso e apre la strada ai Vigili del Fuoco. Il cui capo, Alfio Pini, si dice sia molto vicino alla Lega nord. Ma l'utilizzo dei vigili sta avvenendo fuori dalle normali procedure: il corpo dovrebbe intervenire solo per «soccorso tecnico urgente», cioè quando c'è una calamità. Non per montare tendopoli che potevano essere organizzate in tutta calma, visto che gli sbarchi sono iniziati da mesi. Farglielo fare, invece di rivolgersi alle protezioni civili regionali, ha un costo. Prendi il caso Manduria: «Per costruire la tendopoli sono stati mobilitati i comandi di sei regioni: Toscana, Emilia, Umbria, Campania, Puglia e Sicilia - racconta Antonio Jiritano del coordinamento nazionale Usb dei vigili del Fuoco - un totale di circa 300 uomini che sono stati catapultati in Puglia, dove hanno lavorato in condizioni indecenti: né bagni, né alloggi. Sono stati costretti a dormire nei mezzi». Mezzi che, invece di essere trasportati da luoghi vicini a Taranto, sono partiti, ad esempio, dall'Emilia e dalla Toscana. Da Grosseto si sono messi in marcia sette uomini con un rimorchio, un autoarticolato, una ruspa e alcuni mezzi leggeri. Tutte macchine vecchissime e lentissime. Come se non bastasse i vigili del fuoco della Toscana dopo tre giorni sono stati richiamati in sede: andava costruita la tendopoli di Coltano, in provincia di Pisa. Ma anche in questo caso: contrordine, dietrofront. Coltano è saltata dopo la protesta di cittadini e istituzioni. Lo stesso è accaduto ai vigili di Ferrara, richiamati per la costruzione di una tendopoli che poi è stata bloccata perché doveva sorgere in un parco naturale.

Il sindacato di base Usb ora è sul piede di guerra: «L'ingegnere Pini ha fatto trasparire sin dai primi giorni del suo insediamento le sue simpatie per la Lega nord - dice Vladimiro Alpa, del coordinamento nazionale - e con questa operazione di mobilitazione fantozziana dei Vigili del Fuoco, che neppure a Mussolini era riuscita cosi bene, ha dimostrato la sua incondizionata fedeltà al ministro Maroni. A seguito della militarizzazione dei Vigili del fuoco - continua Alpa - ormai obbediamo ciecamente agli ordini "semper fidelis" spostandoci da nord a sud e da sud a nord come in transumanza». 1200

Gli immigrati trasferiti alla tendopoli di Maduria da Lampedusa in un solo giorno. Nella mattinata si era verificata una fuga di massa dal campo.6
I COMANDI provinciali dei Vigili del Fuoco che sono stati mobilitati per costruire la tendopoli di Manduria. In tutto vi hanno lavorato 300 uomini.500

IN ARRIVO domattina al porto di Trapani: sono anch'essi migranti provenienti da Lampedusa. Ma intorno alla tendopoli c'è l'amianto.