Dalla Stampa: "Sciopero Cub-Rdb, con un grande corteo a Milano: «Vinta la scommessa»"

L'orgoglio degli antagonisti contro finanziaria e pensioni- Ancora in fotogalleria altre immagini di vigili del fuoco alla manifestazione -

 

 

Roma -

Milano. Indipendenti, alternativi, antagonisti.Cub-Rdb, Sulta, Usi e altre sigle del sindacato di base in piazza ribadiscono la loro netta opposizione a tutte le controriforme e a una nuove concertazione. "Non scioperiamo per difendere l'esistente, né per ripartire dalla riforma Dini", spiega Paolo Leonardi del Coordinamento nazionale Cub, "non ci siamo caduti nel 1994 e non lo faremo oggi, siamo qui per rimettere al centro il lavoro e i lavoratori e oggi abbiamo vinto questa scommessa".

La confederazione più grande del sindacalismo di base è soddisfatta del suo sciopero generale: "Straordinaria partecipazione per numero e qualità, oltre 100mila lavoratori in corteo, con la sola forza del passaparola di fronte all'ennesima vergognosa censura dei media contro il sindacato di base", annuncia Piergiorgio Tiboni dal palco.

Tutti ci tengono a ribadire che lo sciopero non è "una scampagnata", ma un atto politico di chiarezza: da una parte per evitare lo schiacciamento su ipotesi neoconcertative in nome dell'opposizione alla controriforma di previdenza e diritto del lavoro, dall'altra per scongiurare l'abbraccio mortale del fronte anti-Berlusconi per ritrovarsi con un Prodi-bis che è l'altra faccia della stessa moneta da 1 euro. Il riferimento alla Cgil e a Rifondazione è esplicito. Per un delegato dello Slai-Cobas di Pomigliano d'Arco diventa un'invettiva di rabbia dal palco: "Ci preoccupa non poco il riavvicinamento al centrosinistra, ci hanno già fatto un mazzo tanto l'ultima volta".

Ci sono tutte le realtà locali di Cub-Rdb (con i torinesi e i friulani bloccati in pullman). Si mescolano età, settori e diverse appartenenze. Con gli anarchici dell'Usi e dalla Fai che al ritmo di un gruppo rock denunciano la militarizzazione della società (globale) e del lavoro. Mentre i collettivi studenteschi pompano il sound system dietro un grande striscione che dice "Reddito x tutti".

In mezzo al corteo, qualche migliaio di vigili del fuoco: "A servizio di tutti, servi di nessuno". Da due anni senza contratto. 1.150 euro al mese con 20 anni di servizio e turni che normalmente comprendono notti e festivi. Con la Tremonti dovranno aspettare i 58 anni per la pensione. Poco dietro un vigile in carrozzina con barba da babbo natale viene spinto dai colleghi. Se aggiungete il taglio in finanziaria del 10% dei fondi (120 milioni di euro che rendono impossibile la manutenzione ordinaria e fermano le autopompe), si capisce l'amara battuta dei pompieri elicotteristi: "Anche gli angeli si incazzano".

Le storie sono tante, quanto i soprusi. Ci sono gli operai dell'Alfa di Arese sospesi nel nulla mentre scorre il conto alla rovescia per il licenziamento di massa (meno 30 giorni). Quelli della Xerox che potrebbero subire la stessa sorte e i lavoratori della Siemens, un ritratto vivente della superflessibilità approdata alla legge 30: "Un mese fa hanno esternalizzato 140 lavoratori in piccole aziende dei dintorni di Milano, mentre in fabbrica vengono sostituiti con interinali e a tutti i lavoratori si impongono terzi turni e straordinari", racconta un delegato. Molti esternalizzati Siemens erano già finiti qualche anno fa in Tecnosistemi, ora a rischio di fallimento con 900 addetti in cassaintegrazione. Nel corteo i compagni di lavoro ricordano Emanuele Albertazzi, un operaio che si è suicidato il 05 novembre, svuotato di ogni speranza.

Poco più in là l'Unione inquilini sventola un'enorme bandiera della pace con foglia di marijuana, mentre gli universitari denunciano 5mila posti persi in un anno grazie a un'autonomia pagata solo da lavoratori e studenti. C'è tanta funzione pubblica, tra cui i lavoratori delle municipalizzate a rischio privatizzazione. Propongono un'alleanza di tutte le forze sindacali perché il 51% della proprietà delle municipalizzate rimanga pubblica, concentrando l'attività sui servizi ai cittadini, con investimenti e miglioramenti occupazionali.

Storie di lavoro e di conflitto per cui non basterebbe un giornale intero al giorno. Lo striscione in testa recita: "Salari europei, rivalutare le pensioni, reddito garantito per precari e disoccupati", la dichiarazione programmatica di Cub-Rdb.