DAL CINEMA AL TEATRO. SE PANTALONE NON VUOL PAGARE, CHE SI FA?
Lavoratori,
si può dire di tutto su questa amministrazione, meno che non ci sia interesse per le arti performative o anche solo figurative.
Certo, se da un lato appare quasi scontata la cinefilia, tanto da scomodare il marchese del grillo, ben altra cosa è addentrarsi nell’arte teatrale rinascimentale.
Per suscitarci emozioni, un qualcosa prima di tutto deve permearci e la drammaturgia teatrale, specie quella cinquecentesca, nel breve è diventata subito ricca di personaggi, come ad esempio il mercante veneziano Pantalone.
Ciò che prima poteva essere un sospetto, pian piano si sta evolvendo in concretezza e apprezziamo che anche nel Corpo nazionale si va diffondendo il concetto che non si può non parlare di vera cultura delle arti visive se non si passa per il teatro.
Il problema però nasce quando, nel prendere esempio da un modello culturale, si cagiona un danno collettivo.
La parola d’ordine in questi anni è la contrazione della spesa pubblica” e allora viene spontaneo domandarsi: come si possono contenere le spese, magari cercando anche di trarre un qualsivoglia beneficio, nel momento in cui alcune di esse sono obbligate?
Semplice, differirle all’anno successivo e nel frattempo si beneficia della premialità prevista dal decreto Brunetta che gratifica economicamente i dirigenti con una somma percentuale di quanto si è risparmiato dal bilancio annuale.
Il tutto, però collide con la serietà dei lavoratori che svolgono correttamente e puntualmente il proprio lavoro, tanto da rendere necessaria la creazione di un intoppo al sistema.
Come? Cambiando mansioni al personale, dimodoché il tempo necessario ad apprendere i meccanismi dei nuovi compiti lavorativi, richiede quel tempo necessario affinché si crei un ritardo consistente.
Sino al mese di dicembre 2017, tranne qualche raro caso di inceppamento “fisiologico” del sistema, il pagamento dello straordinario a Pescara, ad esempio, avveniva puntualmente e in modo continuativo.
Quest’anno, guarda caso, proprio a seguito di una nuova ripartizione dei carichi di lavoro, il personale del comando di Pescara è creditore dal mese di luglio per i compensi di lavoro straordinario e pare che non ci sia possibilità alcuna di elaborare il mese di agosto entro il giorno 6 dicembre.
Ne consegue che, nella più rosea delle previsioni, lo straordinario del mese di agosto 2018 potrebbe venir pagato in febbraio 2019, se non proprio in marzo.
Eppure il personale è stato chiamato in servizio straordinario. Il personale ha lavorato sulla promessa di un “pagherò” che si sta dimostrando a data da destinarsi… come per i cattivi pagatori.
E’ decisamente insolito che un capo ufficio non abbia contezza del regolare svolgimento del lavoro e stentiamo a credere che, laddove si rilevino delle criticità, non si riesca a sopperire ad esse anche con affiancamento di personale, perché, non dimentichiamolo, il computo degli emolumenti fissi e accessori non è cosa semplice.
Certe materie richiedono preparazione si, ma anche continuità lavorativa perché a valle di tutto - non dimentichiamolo - c’è sempre del personale che a fine mese ha diritto a percepire lo stipendio, ai rimborsi di spese anticipate in missione e al compenso dello straordinario prestato.
Spesso si sente dire, nel caso di spese voluttuarie nella pubblica amministrazione, che tanto paga Pantalone… ma quando le spese sono dovute e Pantalone non paga, che si fa?
Ci potrebbe essere sempre un emissione straordinaria il cui inserimento solitamente viene fatto entro il 15 del mese per far sì che il personale riceva le giuste gratificazioni, anche con l’occasione delle festività natalizie.