COME HANNO RIDOTTO IL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO

RIFLESSIONI SULL’ORGANIZZAZIONE VVF DAL FRONTE OPERATIVO

Nazionale -

Lavoratori,

analizziamo per gradi. Attivazione: non si parla più di colonna mobile regionale bensì di sezione operative di Comando. Quindi si passa da una CMR che garantiva una forza di impatto e completezza sia in termini operativi che logistici ad una serie di sezioni operative isolate, scombinate e neanche minimamente supportati. Vengono mobilitati la metà dei comandi essendo stati divisi in competenze su sisma ed alluvione; così succede, come è successo, che un comando come Teramo che dista 40 km da Amatrice, dotato di tutte le competenze e le attrezzature del caso, non è stato minimamente attivato (da denuncia)! Oppure Terni dimenticato da tutto e tutti eppure direttamente coinvolto sui luoghi del sisma visto la vicinanza a Norcia ed Amatrice... costretto ad essere tra gli ultimi comandi, nell'agosto di quest'anno, ad intervenire in maniera massiccia al terremoto per poi vedersi esclusa, a detta del dipartimento, dalle città che sono coinvolte in prima persona con il relativo esodo dei lavoratori ternani che nel frattempo fanno il passaggio di qualifica a capo squadra. Per loro nessun beneficio!

Ad Amatrice molti altri comandi prossimi, come ad esempio Roma, pur avendo la versione sisma sono stati fatti uscire con notevole ritardo. La logistica è stata predisposta a Cittareale che fin da subito è sembrata fuori luogo, al di la dei ponti pericolanti da Amatrice, lasciando in abbandono tutti gli operatori che si trovavano ad operare nel centro abitato più importante e sulle sue frazioni costretti a fare una ottantina di km di strada di montagna intasata dal traffico dei soccorsi in arrivo per trovare dopo giorni di scavo una doccia. Abbiamo rivissuto cose viste nelle foto dell’Irpinia con il peregrinare dei pompieri alla ricerca di supporto logistico presso altre amministrazioni o associazioni di volontariato .

Solo il solito slancio e la professionalità messa in campo dal personale di base, che in modo più o meno autonomo si è riversato in massa dai comandi limitrofi sulla scia delle notizie che arrivavano e dal richiamo dei primi giunti sul posto, ha consentito di salvare la faccia al corpo nazionale. “Il richiamo dei Sindaci che in modo disperato denunciavano che non si vedevano soccorsi organizzati per tutta la notte sono rimasti nelle orecchie di tutti noi”...

Nel Maceratese il dramma disorganizzativo si è puntualmente ripetuto: sezioni operative mandate allo sbaraglio sparpagliate a coprire il territorio senza alcun supporto logistico. Qui è stato indicato di recarsi a mangiare presso un ristorante di Ussita (epicentro del sisma), ristorante/discoteca con ampio salone che accoglieva oltre 150 persone contemporaneamente, locale del quale era impossibile verificare lo stato della struttura in quanto completamente rivestita in legno. Solo la rimostranza del personale dipendente che la sera si è rifiutata di entrare a lavorare ha consentito di fermare una follia organizzativa. La mattina per poter prendere almeno un caffè, essendo naturalmente chiuse tutte le attività commerciali, si sono riviste scene alle quali non eravamo più abituati almeno da venti anni a questa parte; vigili del fuoco in fila presso le cucine di volontari, militari, croce rossa per poter elemosinare un caffè.

DOVE SONO LE CUCINE DA CAMPO ED I TENDONI MENSA VANTO DEI VVF DEGLI ULTIMI 20 ANNI???

Nel Maceratese il fiore all’occhiello lo abbiamo toccato con la dichiarazione delle fasi operative. Venire a conoscenza dopo, che la fase operativa nella quale ci si trovava ad operare era stata determinata come terza per un totale di 12 ore lavorative da rendere giornalmente in quanto non risultavano persone coinvolte è risultato assolutamente deprimente ed umiliante. Sapere che il lavoro enorme dei primi momenti proprio per ricercare che non vi fossero dispersi e per stare vicino notte e giorno alle persone coinvolte veniva valutato con il freddo concetto che non essendoci persone direttamente coinvolte alle 20.00 di sera dovevi staccare, lascia senza parole.

Non sarebbe più facile e dignitoso che, qualora ci si renda conto che il dispositivo mobilitato in emergenza risulta eccessivo, prevedere per loro un rientro anticipato anche dopo tre/quattro giorni e fissare con il cambio la fase operativa opportuna?

Per fare questo tipo di valutazioni ci sarebbe voluta una dirigenza capace e presente sul campo. Invece ci siamo ritrovati una dirigenza totalmente assente (da un lato per fortuna) in prima fase, mai visti se non a fare parate davanti alle telecamere e ad annoiare con dichiarazioni giudicate dagli stessi giornalisti, assolutamente stucchevoli e fuori contesto. Si sono inventati un modo nuovo virtuale ed al passo con i tempi per gestire l’emergenza: LA VIDEOCONFERENZA!!! Ore e ore a “menarsela” su numeri, cifre rapporti, come far bedgiare il personale in emergenza, il gac, i fogli di viaggio, ecc…

Si vocifera che per la prossima emergenza si stiano organizzando con la play-station

Tutto questo disastro ha la sua genesi dall’applicazione delle circolari che hanno seguito il riordino ed in particolare dall’entrata in funzione della circolare n.1 sulla riorganizzazione delle CC.MM.RR. emanata nel 2011, riorganizzazione che dopo l’emergenza L’Aquila non se ne sentiva proprio il bisogno.

Ma lo spirito “riorganizzativo” di questi riformatori non è terminato qui: vogliamo parlare dell’istituzione del USAR, NIS, la cancellazione del settore SAF, il risultato ottenuto con la circolare sui mantenimenti delle professionalità acquisite (di fatto inapplicata perché impossibile farlo), con il risultato di aver portato uno scadimento professionale ed una maggiore esposizione al rischio di tutto il personale; oppure vogliamo parlare della profilassi sanitaria che in modo completamente avulso dallo scenario ad Amatrice ha dettato la tutela dell’operatore con enterogermina ed antipiretico, pensando forse ad assunzione di acqua non potabile e non preoccuparsi delle polveri incontrollate inquinanti in ogni caso inalate toccate o assorbite anche a livello oculare; abbiamo ricevuto guanti, mascherine e lavande oculari da una ONG internazionale di medici.

USAR - La circolare EM 05/2013 ha stravolto il lavoro “pompieristico” nazionale da organizzare sulla maceria a seguito di crollo. È stata importata dall’estero la figura dell’USAR che dall’applicazione della circolare risulterà essere l’unica competente al lavoro sulle macerie. In tal modo questa circolare riduce ancora le già dimezzate sezioni operative che possono intervenire 70 delle precedenti 143, che con questa circolare diventano 34 sezioni USAR-Light. A queste persone viene data l’esclusiva di lavorare sulla maceria. Ne abbiamo preso atto ad Amatrice dove gli USAR sono arrivati in modo sporadico e con notevole ritardo. Nonostante tutto, ha fatto molto male e creato sconcerto organizzativo venire a sapere in modo velato, che gli USAR non avevano potuto operare in quanto i pompieri ordinari gli avevano inquinato il campo, oppure sentir dire che se qualche ordinario si fosse fatto male sulla maceria sarebbero stati guai di chi ce lo aveva mandato.

QUESTI SONO ARGOMENTI DA CHIARIRE IMMEDIATAMENTE

Infatti leggendo la circolare suddetta appare chiaro come il progetto non sia minimamente integrato nella struttura operativa nazionale; le “linee guida” emanate dall’organizzazione internazionale INSARAG sono state applicate qui da noi esclusivamente e pedissequamente come tali senza l’armonizzazione sulla struttura che viene richiesta dalla stessa organizzazione internazionale, avendo mantenuto addirittura tutta la terminologia ed i principi ispiratori anglofoni.

NIS – Anche questa struttura di fatto risulta parallela e non integrata, con iniziative del tutto autonome. Risulta sempre più una dipendenza dell’Università di Udine se è vero come è vero che molte progettazioni vengono fatte presso l’Università con rilievi ed elaborati scambiati via mail; anche la folle attività di triage post sisma che viene fatta eseguire nel pieno dello scarico di energia dello sciame sismico, mandando in situazioni di rischio il personale rilevatore e non solo, dando soprattutto ai Sindaci il miraggio che venga immediatamente valutato il livello di agibilità dei fabbricati, con l’amara scoperta che la replica sismica di fatto costringe ogni volta a ripartire da capo, bene i dati rilevati anch’essi servono ad elaborazioni che vengono effettuate ad Udine.

In effetti siamo diventati famosi in tutto il mondo, laddove mandiamo sulle emergenze internazionali i “verificatori” quando ancora ci sono numerose persone intrappolate sotto le macerie.

E LA CAPACITA’ INGEGNERISTICA DELLA NOSTRA DIRIGENZA???

Qui non vorremmo che siano coinvolti in modo anonimo ai fini esercitativi studenti e/o ricercatori di quella Università con la produzione di elaborati o progetti che poi vengono firmati da altri. Occorre infine riflettere su un punto molto importante. È assolutamente vero che il 30 ottobre u.s., se quella giornata non fosse coincisa in modo del tutto fortuito con il cambio dell’ora, il Corpo Nazionale avrebbe contato almeno 30 vigili coinvolti nei crolli, così come sono stati coinvolti i loro mezzi rimasti sepolti. È da riflettere:

ERA STATA FATTA UNA CORRETTA VALUTAZIONE DEI RISCHI???

GRAZIE GOVERNO PER CONTINUARE A CREDERE AL DECRETO MONTI!!!