CNVVF:

la fabbrica dei Precari

Sarà il caldo, sarà la disattenzione dei lavoratori, sarà la collusione del sindacalismo complice che ha prontamente e da anni ammainato la bandiera, sarà la mancanza di conflitto sociale, sarà che ci sono da soddisfare le immancabili esuberanze clientelari, ma stavolta l'amministrazione si è messa in testa di superare se stessa, mai sazia ha deciso che i 57 mila precari non bastano, ecco infatti pronto il piano per reclutarne altri 25.308.

Tanti infatti sono i nuovi “volontari” da reclutare nel triennio 2012-2014, alla faccia del contingentamento, dell'austerità e della spending review.

Il Re ha bisogno di nuovi sudditi a corte, più volitivi, più flessibili, più addomesticati, meno pensanti e più schiavi, possibilmente consanguinei, notoriamente meno avvezzi al conflitto e più facilmente controllabili.

E' l'ennesimo nonsense di un'amministrazione che ha perso o sta per perdere quote di lavoro vedi metropolitane, porti, aeroporti, incendi boschivi, soccorso sanitario, messa in sicurezza del patrimonio idrogeologico. Tutte attività in concorrenza con altre enti/istituzioni o già demandate a terzi.

E' come aggiungere ancora acqua ad una vasca che tracima, è uno spreco assoluto per le casse dell'Erario che dovrà farsi carico delle spese per la formazione e della vestizione di tutti i nuovi aspiranti.

E' la realizzazione del ricatto su larga scala, da una parte i Vigili permanenti che si troveranno a svolgere con la concorrenza di altri lavoratori meno formati (appena 120 ore di corso) e sottopagati (TFR, ferie maturate, vacanza contrattuale, FUA, indennità di turno, etc.), quindi un'enorme zavorra alle loro rivendicazioni salariali; dall'altra i precari già ridotti alla lotta tra poveri, per loro si profila la lotta senza quartiere, l'ulteriore indebolimento della loro condizione sociale, fino alla macelleria messicana.

Il piano è chiaro, trasformare il CNVVF in un Corpo di Volontari, senza soldi né diritti. Nulla importa della qualità del servizio reso, l'importante è che i conti tornino, che i Prefetti mantengano il loro status quo, i loro stipendi d'oro e le loro prebende, le loro lussuose auto di servizio, i due aerei da trasporto (P180), che ci siano soldi per affidare consulenze agli amici e agli amici degli amici, per le residenze di servizio, per gli inutili cerimoniali, insomma c'è la vita di corte da difendere.

E' la prepotenza e la violenza di una classe sociale su di un'altra che per mantenere il proprio stile di vita non esita a scaricarne i costi della crisi sulla classe più debole. Fino a quando una centinaio di Prefetti terranno in scacco decine di migliaia di lavoratori? Fin quando in questi lavoratori non si risveglierà la coscienza di classe ed il senso di appartenenza insieme al livello di decenza ormai sopito. La storia è fatta di discontinuità, in periodi dove tutto sembra ormai perso, le sorti improvvisamente si rovesciano, e queste misure che vanno contro i lavoratori non fanno che accelerare questo processo. Gli oppressi si ribelleranno agli oppressori e si riapproprieranno di ciò che gli spetta. Chiamatela come volete a noi piace definirla Giustizia sociale.