CHIUSURE E DECLASSAMENTI SEDI DI SERVIZIO COMANDO DI ROMA
Al Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco
Dott. Renato FRANCESCHELLI
Tramite: Ufficio I – Gabinetto del Capo Dipartimento
Dott.ssa Angelina TRITTO
Al Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Ing. Carlo DALL’OPPIO
Al Direttore Centrale per l’Emergenza Soccorso Tecnico AIB
Ing. Marco GHIMENTI
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dott.ssa Renata CASTRUCCI
Al Prefetto di Roma
Dott. Lamberto GIANNINI
Al Direttore Regionale per il Lazio
Ing. Ennio AQUILINO
Al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma
Ing. Adriano DE ACUTIS
OGGETTO: CHIUSURE E DECLASSAMENTI SEDI DI SERVIZIO COMANDO DI ROMA
Continua inesorabile la problematica legata alle chiusure ed ai declassamenti delle sedi di servizio del Comando di Roma. Una condizione che sembra non trovare soluzione alcuna. Nonostante le proteste sindacali, le riunioni in Prefettura, alle riunioni ai tavoli provinciali e regionali rimangono inascoltati gli appelli per trovare soluzioni strutturali. Disagio che i Lavoratori vivono sulla loro pelle con continui rimpiazzi che solo la pandemia era riuscita a fermare.
Distaccamenti come Tuscolano I, La Pisana e Frascati che vengono chiusi o declassati in continuazione. Altri distaccamenti dell’Area Metropolitana che vengono declassati senza pensare alle ricadute sul soccorso tecnico urgente. Solo a titolo d’esempio citiamo l’incendio della discarica di Malagrotta e quello del nosocomio di Tivoli.
Ma declassare un distaccamento cosa significa? Avere una partenza cosiddetta “ridotta” che tipologie d’intervento consente di effettuare? La sede continua a rimanere aperta ma con un contingente ridotto, non garantendo l’effettuazione di tutte le tipologie d’intervento come previsto dal Regolamento di Servizio del CNVVF che vede la squadra ordinaria composta da cinque unità.
Ciò continua a caricare di responsabilità la Sala Operativa, che deve decidere quali squadre inviare sul posto, e contestualmente i Capo Partenza e la squadra che non ha presenti le unità necessarie per affrontare in piena sicurezza l’intervento. Talvolta la squadra viene anche scomposta in autobotte più pick-up che non consente il caricamento di apparecchiature specifiche come ad esempio il gruppo da taglio utile allo svolgimento di interventi come l’incidente stradale con persone incarcerate all’interno
Allo stesso modo la sospensione dei mezzi d’appoggio come le autobotti si ripercuote sul dispositivo di soccorso, non garantendo altresì la copertura del Piano Provinciale di Difesa Civile che sicuramente, in caso di attivazione, subirà ritardi non quantificabili.
Si soggiunge che anche i moduli di Colonna Mobile Regionale subiscono un importante impoverimento che non riescono a garantire la prontezza immediata in caso di attivazione e la diaspora di personale con corsi specifici, poiché invito in altre sedi per i rimpiazzi. Anche questi causano ritardi non al fine ultimo della prontezza immediata.
La USB si schiera apertamente al fianco dei Lavoratori che continuano a subire carichi di lavoro esorbitanti e riterremo responsabile il datore di lavoro per qualsivoglia incidente o infortunio a carico del Personale. Allo stesso modo non siamo disposti a tollerare eventuali citazioni in giudizio da terzi, causate dal ritardo nel soccorso.
Rimaniamo a disposizione per ogni chiarimento e per cercare soluzioni definitive alla pessima condizione lavorativa che continua a gravare sul Comando di Roma, ripercuotendosi anche sulla Cittadinanza che non vede garantito il soccorso.
Si porgono i saluti di rito.
per il Coordinamento Provinciale USB VV.F. Roma
Paolo CERGNAR