CHI LOTTA VINCE

Catania -

 

L'Italia è un paese ricco di storia e paesaggi unici in tutto il mondo, una delle regione più belle e pittoresche del paese si trova vicino alla punta dello ‘Stivale’. La Sicilia ricca di tradizioni, cultura e storia è una terra che ricorda attraverso i suoi antichi monumenti la presenza dei Greci e dei Romani. Partendo dalla città di Catania, il cui centro storico è Patrimonio dell‘Unesco. La città è situata alle pendici dell’Etna che con i suoi 3343 m. è il vulcano più alto d’Europa.

Non può mancare Siracusa, con l‘area protetta del Plemmirio, la Riserva Naturale Oasi di Vendicari. Ragusa (Patrimonio dell’UNESCO), definita dagli artisti “l’isola nell’isola” con “il barocco del Val di Noto”. A pochi passi da Ragusa è sita Scicli un piccolo paese barocco immerso nell’incanto dei Monti Iblei.

Naturalmente Palermo immensa è centro dei centri, Trapani con l'arcipelago delle Egadi, Agrigento con Lampedusa, Caltanissetta, Enna, Messina peculiare per lo stretto, l'arcipelago delle Eolie e la prima provincia d'Italia con il più alto numero di comuni uno fra tutti Taormina. Insomma la “Perla del Mediterraneo” è un luogo di cui avere molta attenzione. Ma alle innumerevoli bellezze e fragilità di cui ne dimenticheremo sempre qualcuna per quanto sono tante e importanti si abbina un sistema di soccorso che è bloccato dal riordino in poi. Il Corpo Nazionale qui arranca.

E si sa che la madre di tutti i nostri mali è proprio la carenza delle dotazioni organiche che qui in Sicilia diventa una tragedia. Ed è di qui che si innesca una guerra tra poveri; nautici contro generici. La terra contro il mare.

In una grande isola con enormi problemi legati al traffico passeggeri, mercantili, uno stretto, il trafficatissimo canale di Sicilia meta di "barconi della speranza", l’uso fino a poco tempo fa era di prelevare personale dalle sedi portuali e metterli nelle partenze. Il motivo era dettato anche dalle esigenze strategiche, qui nell'isola quando brucia soprattutto d'estate gli uomini non bastano. Ma le soluzioni non si escogitano mai dal basso e non è chiudendo un servizio che ne migliori un altro; ed è di qui la nostra battaglia per dire "no" a chi crede di risolvere i problemi creandone altri.

Oggi possiamo dire che avevamo ragione e la nostra battaglia ha portato il suo frutto: "nessuno specialista può essere usato impropriamente". Bene, ma il lavoro non è ancora finito adesso dobbiamo tutti dare una mano a USB perché la Sicilia lo merita. Merita di vedere stracciato quel riordino che sta massacrando il soccorso, quei tagli che mettono in contrapposizione il crollo del Morandi a Genova con l'alluvione in Calabria. Perché tutta l'Italia ha diritto ad avere un Corpo Nazionale efficiente e presente, con mezzi, attrezzature e unità pagate per la loro indubbia professionalità.

Quindi: "la lotta paga" ed è per questo che USB crede nella lotta.