CHE FINE HANNO FATTO I NOSTRI STRAORDINARI E LE NOSTRE INDENNITA?

Nazionale -

Come ogni anno con triste ciclicità i lavoratori si fanno la stessa domanda: dove sono i nostri soldi?

Riferendosi agli straordinari, alle competenze, alle varie indennità, alle missioni.

Come tutti gli anni le varie organizzazioni sindacali, compresa l’RdB\CUB chiedono ai vari dirigenti locali dove sono i soldi che ci spettano.

Come ogni anno ci raccontano di ministeri, di conteggi, di pagamenti, tutte chiacchiere vuote ed inutili.

Per andare a comprare il pane ci vuole il denaro, non le buone intenzioni, delle quali peraltro dubitiamo.

Come ogni anno si arriva ad aprile ed ancora non si è visto un “ghello” (soldo).

Qui a Bologna è da novembre che aspettiamo i soldi delle indennità festive, notturne, di vigilanza, di missione, per non parlare dei discontinui, i nostri precari, che non vedono per intero il loro stipendio da mesi, per molti dei quali l’ unica fonte di reddito.

A titolo di provocazione saremo curiosi di sapere se i nostri dirigenti, i nostri amministratori, attendono quanto noi i loro soldi, senza entrare nel merito dei loro compensi, sproporzionati in confronto a chi come noi, giornalmente rischia la vita in strada per 1300 euro.

Perché tutti gli anni si ripete la stessa storia?

Sempre più spesso l’amministrazione ci chiede più impegno in termini di tempo, oramai la rinuncia al salto turno insieme alla reperibilità sono diventati strumenti per supplire alle carenze di organico.

Le vigilanze, sia boschive che quelle nei pubblici spettacoli sono diventate degli investimenti per il futuro, si lavora oggi, si viene pagati, non domani, ma dopo mesi e mesi.

Almeno ci pagassero gli interessi.....!

Per le vigilanze, come per le 626 una soluzione semplice ci sarebbe, far gestire direttamente i soldi nei vari Comandi provinciali, evitando inutili passaggi tra enti e ministeri, garantendo pagamenti regolari ed un indubbio risparmio per l’amministrazione.

Semplificare i sistemi, ecco la risposta, i soldi ci sono, ogni nostro servizio gode in anticipo di una copertura finanziaria, altrimenti non potrebbe essere svolto.

La burocrazia già per sua natura complica l’esistenza dell’uomo, ma se la si unisce ad una cattiva amministrazione ed ad una dirigenza poco capace, non potremmo mai riuscire nel difficile compito di ammodernamento di cui necessità non solo il Corpo Nazionale ma tutto il Paese.

La riforma dei Vigili del Fuoco è un esempio classico dell’incapacità di cambiamento della nostra classe dirigente e di alcuni sindacati maggiori.

Non sono infatti riusciti a creare una identità forte dei Pompieri in un sistema integrato moderno di soccorso, ma ci hanno rinchiuso all’interno di un comparto che ci ridimensiona e ci invecchia.

La scelta corporativa sembra sempre la migliore perché è la più semplice, ma la storia ci insegna, che chiudersi nel forte è un grave errore.

Per intanto noi ci accapigliamo per fare più vigilanze, più reperibilità, combattendo una guerra dei poveri, che ci divide sempre più, assecondando un sistema che non funziona e ci impoverisce giorno dopo giorno. Non è la crisi il motivo per il quale non ci sono i soldi, perché per noi è sempre stata crisi, non ci vengano dunque a raccontare balle, oramai non ci caschiamo più.

Se poi abbiamo voglia di guardare oltre, magari scopriamo che i soldi, quelli veri, ci sono.

Non sono certo nei bilanci delle aziende o delle banche, ma in posti dai nomi esotici, come le isole Cayman, oppure in regni di altri tempi come il Liechtenstein.

Insomma in tutta quella miriade di paradisi fiscali che negli ultimi trenta anni hanno raccolto il vero frutto del nostro lavoro.

Ora ci dicono la crisi bisogna pagarla tutti!

Noi come RdB\CUB non ci stiamo, per intanto dateci i nostri soldi, poi la crisi devono iniziarla a pagarla i più ricchi, meglio ancora chi fino ad oggi ha evaso e si è arricchito alle nostre spalle come un lurido parassita.

L’evasione fiscale in questo Paese è stata stimata intorno a 100 miliardi di euro, vale a dire varie finanziarie, Tremonti ha il dovere di dare risposte in questa direzione invece di dirci che bisogna stringere la cinghia, perché i lavoratori i buchi li hanno finiti, la cinghia è già stretta!

Non subiamo in silenzio l’arroganza e la stoltezza di alcuni che vorrebbero prosperare nella nostra ignavia ed ignoranza.

Non possiamo più limitarci a fare domande, è venuto il momento di dare le risposte, sostieni il cambiamento, sostieni l’RdB.

Non cerchiamo tessere ma partecipazione.

6 MARZO e 28 MARZO in PIAZZA