BASTA !

Le ore di recupero non sono soldi, non ci facciamo la spesa, non paghiamo il mutuo o l’affitto. Le ore lavorate vanno retribuite!

Padova -

Non passa settimana che il Comando di Padova emani ordini del giorno o disposizioni di servizio in merito ad addestramenti, riunioni di settore, convocazioni di responsabili etc. con il riconoscimento delle ore lavorate attraverso la “banca delle ore”.

In ogni occasione, come in un copia-incolla si chiede al personale la massima partecipazione fuori l’orario di servizio adottando sempre la solita dicitura “le ore prestate dal personale libero dal servizio saranno inserite nella banca ore” e con l’aggravante di non prevedere il recupero psicofisico obbligatorio.

Ricordiamo a tutti che la banca ore è un danno sia per i lavoratori che per il comando in quanto se un lavoratore usufruisce di un turno intero, risulta, ai fini del computo delle presente, assente. Di conseguenza oltre a non percepire le indennità accessorie (turno e soccorso esterno) vengono decurtate ore dalle ferie. Per il comando si tramutano in assenze procrastinate nel tempo e quindi aggravano la risposta in termini di minimi operativi destinati al soccorso tecnico urgente.

Crediamo che l’abuso di questa modalità di riconoscimento delle ore lavorate sia svilente per i lavoratori.

Questo sistema va avanti da molti anni e senza distinzione fra i dirigenti passati. Tutti a chiedere la partecipazione fuori turno di servizio a ore di recupero.

La situazione non è più tollerabile. Lavoratori che hanno accumulato mesi di assenze e che perderanno centinaia di euro di indennità, accumulano giornate di assenza che prima o poi dovranno usufruire.

Il lavoro va retribuito. Il mutuo o l’affitto, le spese mediche, la spesa al mercato, le rette scolastiche dei figli non si pagano con la banca delle ore!

Serve una presa di posizione da parte del maggior numero di lavoratori anche a fronte del mancato rinnovo del contratto di lavoro, di stipendi da fame e pensionamenti che si allontanano sempre di più nel tempo.

E’ ora di agire boicottando queste disposizioni. Basta lamentele in piazzale.