Autoritarismo o Autorevolezza?

A Milano e forse non solo il “potere” ... a qualcuno ha dato alla testa!

 

 

 

Milano -

Cari colleghi, ogni cambiamento è foriero di disagi e difficoltà. Infatti il nostro attaccamento alle abitudini ci spinge spesso a rifiutare ogni novità, a volte anche nel raro caso che queste possano essere positive.

Tutto questo per dire che nell’ultimo periodo stiamo vedendo come tutte le nostre tranquille abitudini possano venire sconquassate solo con l’arrivo di un nuovo Comandante.

Bene, noi siamo dell’idea che un nuovo amministratore abbia il diritto\dovere di cambiare il sistema esistente al fine di migliorare la gestione della cosa pubblica con l’intento di potenziarne il risultato complessivo.

Siamo altrettanto convinti che il Massimo Dirigente che amministra, fino a prova contraria, una ricchezza pubblica e non privata che è composta di beni e persone, debba di conseguenza ricercare una indispensabile forma di intesa con noi lavoratori, dato che come cittadini e contribuenti siamo quelli che questa ricchezza pubblica provvediamo a sostenere.

Orbene, tra le tante forme di riorganizzazione che questa nuova dirigenza sta adottando, una in particolare sembra stia ottenendo l’effetto contrario a quanto sopra auspicato. Stiamo parlando del tentativo, giusto nelle intenzioni ma fallace per alcuni versi, di rivalutare il ruolo dei Capireparto, ruolo che per un infinità di motivi, indipendenti dai lavoratori stessi, è diventato sempre più evanescente con il risultato di demotivare molti colleghi e di buttare alle ortiche la professionalità e l’esperienza di uomini che molto hanno dato e molto ancora potranno dare.

Infatti, se condividiamo appieno la necessità di riformulare i compiti della categoria in questione, dobbiamo per contro rilevare che questa nuova forma di responsabilizzazione abbia in qualcuno risvegliato antichi spiriti autoritaristici che speravamo ormai morti e sepolti da tempo.

Ora, noi ben sappiamo che la stragrande maggioranza dei Capireparto del Comando non si uniformerà certo a squallide forme di ostentazione di potere ma non vorremmo mai che per qualche personaggio fuori dal tempo si debbano creare attriti fra categorie di lavoratori che avrebbero il solo risultato di farci litigare tra di noi, instaurando una sottospecie di guerra dei poveri. D’altra parte tutti dovrebbero sapere che esasperate forme di autoritarismo sfociano spesso in reazioni di pari grado che qui dentro non vorremmo mai dover vedere.

Lo stesso Comandante, persona acuta, capirà sicuramente che un’organizzazione del lavoro fondata sull’autorevolezza (qualità certamente non rara in questo Comando) sia sicuramente preferibile all’autoritarismo. Questo ce lo insegna il buon senso oltre che il corso di risorse umane.

Invitiamo perciò l’Amministrazione a verificare che i nuovi concetti organizzativi possano ottenere, nella massima serenità, l’effetto desiderato di un miglioramento complessivo delle condizioni di lavoro e, di conseguenza, la necessaria sinergia che possa portare al miglioramento della qualità della vita di lavoratori e del servizio ai cittadini.

Ribadiamo, per finire, la nostra stima a tutti quei Capireparto che in ogni giorno si impegnano in un difficile ruolo che li vede spesso in condizioni di impotenza a causa delle mille situazioni demenziali in cui la nostra Amministrazione Centrale ci costringe ordinariamente.