AUDIZIONE DI USB ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Audizione dei sindacati dalla Commissione XIII Agricoltura
07 novembre 2017
Presidente,
l’Unione Sindacale di Base pubblico impiego ricorda i nomi di:
Alessandro GIANCATERINO, Gabriele d’ANGELO, Nadia ACCONCIAMESSA, Sebastiano di CARLO, Barbara NOBILIO, Piero di PIETRO, Linda SALZETTA, Alessandro RICCETTI, Ilaria di BIASE, Valentina CICIONI, Tobia FORESTA, Bianca IUDICONE, Cecilia MARTELLA, Claudio BALDINI, Sara ANGELOZZI, Luana BIFERI, Marco VAGNELLI, Paola TOMASSINI, Marinella COLANGELI, Domenico COLANGELO, Marina SERRAIOCCO, Emanuele BONIFAZI, Faye DAME, Stefano FENIELLO, Luciano CAPORALE, Silvana ANGELUCCI, Roberto del ROSSO, Jessica TINARI, Marco TANDA.
29 persone, le prime vittime del Decreto legislativo 177/2016, morte a Rigopiano perché qualche incompetente affermava che gli elicotteri non potevano volare per le avverse condizioni meteo. Eppure le riprese aeree viste nei vari tg, erano fatte dagli elicotteristi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Dei professionisti dell’aria al pari di quelli dell’accoppato Corpo forestale dello Stato, così come professionisti sono i soccorritori della Guardia di finanza, dei Vigili del fuoco e del Cnsas che, anche a mani nude, scavavano la neve perché #ilsoccorsononhacolori
Poi è arrivata l’estate e il decreto legislativo 177/2016 ha mietuto altre vittime. Questa volta però si è trattato dell’ambiente e del bene bosco, trasformando l’Italia in un barbecue diffuso. Autorevoli figure dell’attuale governo hanno attribuito la colpa degli incendi della scorsa estate proprio al caldo estivo, pur non essendo annoverabile tra le più calde. Fino a qualche giorno fa, bruciava il Piemonte da due settimane. Credo sia unanimemente condivisibile che siamo in autunno. A breve sarà la volta della Liguria, sempre che le piogge non provochino dissesti idrogeologici.
Tutto questo perché oggi è disperso ciò che per 200 anni è stato l’unico vero baluardo a difesa della risorsa boschiva e ambientale di questa nazione, il Corpo forestale dello Stato.
Sbandierare numeri di arresti è la conseguente dimostrazione del fallimento di questa riforma. Un arresto è la conseguenza di un reato consumato. Da forestale ritengo ci sia poco di cui andar orgogliosi davanti un bosco bruciato. Per analogia col campo della medicina, il vero successo è uno stile di vita sano e non la guarigione a seguito di malattia, ma così come un corpo in salute non fa notizia, anche un bosco vivo con un ecosistema vitale non fa notizia. Ecco perché l’accoppamento della forestale e la sua fagocitazione in un corpo militare è un abominio, un crimine di Stato.
Un crimine che prosegue con la militarizzazione delle donne confluite in un amministrazione, l’arma dei carabinieri, che non contempla il genere femminile nemmeno sul foglio mensa, ove i militari vengono suddivisi tra celibi e ammogliati. Insolita questa distrazione per un governo che fa un suo cavallo di battaglia la difesa dei generi, sottolineando la differenza tra presidente e presidentessa. Un crimine che si perfeziona con lo spacchettamento anche delle famiglie. Diversi sono i casi di coniugi ex Forestali dove uno è transitato in un amministrazione e l’altro in un'altra, dimenticando la fondamentalità del ruolo della donna nella famiglia. La donna è generatrice e portatrice di vita.
Ciò di cui non si è tenuto conto è che siamo difronte a #personenonnumeridimatricola.
Una norma che disperde la professionalità anche di piloti di aereo che son costati ben oltre il milione e mezzo di euro e che adesso non possono esser comandanti solo perché semplici sottufficiali. Normale in un contesto dove l’immagine e tutto. Un immagine curata a spese dei contribuenti così come accaduto durante gli incendi in Abruzzo quando, nel mentre dei gli elicotteri a domare gli incendi, improvvisamente ne spunta uno che, dopo qualche ricognizione, atterra adiacente e parallelamente una strada in modo da poter far leggere distintamente la livrea carabinieri. Quella stessa livrea comparsa qualche giorno dopo che io stesso pubblicai la foto degli elicotteri chiusi in hangar nel mentre 29 persone morivano a Rigopiano. Circostanza quella, che mi valse la convocazione in caserma perché un maggiore dei carabinieri si sincerasse che mi giungessero i saluti dei suoi superiori nel mentre, da poco atterrato con un elicottero, mi faceva notare che anche le sue scarpette erano macchiate di fango. Mai ho visto gli elicotteri del disciolto Corpo forestale sporchi internamente di fango.
Il Corpo forestale dello Stato costava, dati di bilancio, solo 2 milioni di euro l’anno perché quando si sbandieravano cifre, levantinamente si è omesso che l’erario incamerava ben oltre 28 milioni di euro come proventi sanzionatori. La forestale costava esattamente quanto un appartamento in via del Corso qui in Roma. Se il problema erano i due milioni, bastava dirlo. Sarebbe stato sufficiente qualche sanzione in più per raggiungere il pareggio di bilancio.
In realtà, negli ultimi 20 anni, alcune figure autorevoli hanno sempre orbitato intorno alla questione di un ridimensionamento di questo Corpo. Nomi del calibro del Sen. Franco BASSANINI quale anche presidente della Fondazione ASTRID, commissionata di uno studio governativo dove si ritrovano tutti i numeri dell’accoppamento del CFS, sua moglie Sen. Linda LANZILLOTTA, Giulio NAPOLITANO e Bernardo Giorgio MATTARELLA nella loro qualità di consulenti della fondazione ASTRID, ed ultima, ma non per ruolo, il Ministro Marianna MADIA, al tempo sentimentalmente legata con figlio del presidente NAPOLITANO e ora datrice di lavoro del figlio del Presidente MATTARELLA.
Con questa audizione si vuol trattare ogni correttivo utile. Bene, il vero correttivo sarebbe quello di tornare al 18 agosto 2016, giorno antecedente l’approvazione di questo decreto, perché nulla di più falso si è detto quando si doveva giustificare il tutto col contenimento della spesa pubblica.
Per far ciò, servirebbe l’intelligenza di saper ammettere l’errore e il coraggio di saper fare un salto indietro. Qualità queste che sembrano non essere appannaggio di questo governo che approva norme a suon di voti di fiducia piuttosto che rispettare il democratico iter parlamentare. Siccome ciò sappiamo che mai accadrà in questa legislatura, allora proponiamo l’apertura della mobilità tra le varie amministrazioni interessate da questo decreto.
Una riforma nata con la giustificazione del contenimento della spesa pubblica e che invece si rivelerà solo come incremento di spesa. Innegabile è la maggior remunerazione degli ufficiali militari rispetto ai funzionari e dirigenti civili a cui si aggiunge l’estensione della ausiliaria a tutti i neo militari ex CFS. Qual è il senso di indennizzare per 5 anni dei pensionati che, malgrado la quiescenza, potrebbero venir richiamati in servizio. O sono pensionati o sono personale in servizio e da qui lo spunto, per un prossimo governo uno spunto di riflessione su questa iniquità sociale col resto della popolazione italiana. Detto ciò, si comprende quindi la logica che ha spinto il legislatore a cambiare contratto di lavoro a coloro che creano la diaspora forestale e coi risparmi sugli stipendi dei diasporati, si vanno a sanare le incapacità amministrative dei dirigenti delle altre amministrazioni interessate. Questo decreto legalizza la “cresta” sullo stipendio dei lavoratori, esattamente come riportato dall’art.15 c.ma 5.
Rigopiano, gli incendi di questa estate, quelli attuali del nord Italia, dovrebbero far aprire una riflessione, ma in realtà, i principali attori stanno deliberatamente violando quanto disposto dal Decreto legislativo 177/2016, sul genere del “noi famo come ce pare”. Elicotteri antincendio sottratti all’antincendio e presi dall’Arma. Direttori delle Operazioni di Spegnimento realmente qualificati assegnati ai Carabinieri mentre ai Vigili del Fuoco sono transitati coloro che hanno frequentato un modulo generico di sole 2 settimane e non tutti; gli elicotteristi e il personale delle sezioni di Polizia Giudiziaria neo Carabinieri sono ancora in assenza di una chiara posizione giuridica; i Vigili del fuoco spingono internamente a far sparire la specifica del ruolo AIB cercando di uniformare gli ex forestali alle attività del Corpo e snaturando la provenienza del personale e dei mezzi tutti. Oltretutto la scorsa estate ha permesso di evidenziare l’incapacità gestionale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Incapacità evidenziata anche dal fatto che i 19 Canadair di loro proprietà, sono gestiti da una società di diritto spagnolo, la Babcock Critical Mission Italia, la stessa del servizio sanitario 118.
Se riorganizzazione deve essere, che si scelga di riformare l’intero impianto del sistema di Protezione Civile, facendovi inizialmente confluire tutti gli aeromobili di Stato dediti all’antincendio e al soccorso, strutture, mezzi e personale, includendo quindi tutto ciò che ha richiesto l’uso di fondi antincendio e che inspiegabilmente ora appartengono ai Carabinieri in palese violazione di legge.
Una riorganizzazione che può passare anche attraverso l’interessamento della Direzione Generale delle Foreste che verrebbe incardinata tra le strutture operative nazionali di Protezione Civile, in sostituzione del Corpo forestale dello Stato come naturale erede e che, proprio per ciò, la Direzione Generale delle Foreste dovrebbe essere quindi la custode della bandiera del disciolto Corpo Forestale.