Assenze per malattia:

unica certezza la malafede dell'amministrazione

 

 

 

Roma -

Lavoratori,

l’ennesimo O.d.G. dell’amministrazione sulla malattia del dipendente c’induce, a causa dell’eccessivo uso strumentale dei contenuti contrattuali in esso mal riportati, a contrapporre una difesa atta a respingere l’ulteriore attacco ai lavoratori del comando di Roma.

 

Premesso che l’aumento del carico di lavoro dovuto alla sempre più crescente carenza di organico aggrava di fatto la naturale incidenza di infortuni e malattie del personale, riteniamo ingeneroso attribuire responsabilità dei disservizi ai lavoratori che invece sono solo colpiti dagli effetti citati.

 

Nel merito rileviamo che viene artatamente omesso il principio del “salvo giustificato impedimento” per ogni termine previsto per comunicazioni e trasmissioni di documenti, che invece è così chiaro nel contratto e assume connotati di ovvietà visto il tema in questione. Viceversa si nota un abuso di citazioni che riguardano sanzioni disciplinari. Invitiamo i lavoratori a riflettere soprattutto sul fatto che ancora una volta l'amministrazione ricorra all'intimidazione attraverso provvedimenti disciplinari, probabilmente cosciente di essere fuori dalle norme contrattuali o perché impegnata, in sinergia con altre OO.SS., nella “demolizione” dei diritti acquisiti.

 

Proseguiamo, molti lavoratori ci contattano affermando che l’amministrazione richieda certificati medici che ricoprano un periodo di assenza da essa determinato. Non può essere così! Gli unici ad essere titolati a stabilire una prognosi sono i medici. Chi avesse dubbi può contattare l’Ordine dei Medici.

 

Per quanto attiene la comunicazione di rientro in servizio si rammenta ai lavoratori che fa fede la prognosi riportata nel certificato medico e che non esiste alcun obbligo contrattuale inerente a tale comunicazione.

 

Nella disposizione l’amministrazione anziché semplificare le procedure e rendere più agevole la consegna del certificato presso qualsiasi sede di servizio prevede una modalità degna di un trasporto di “merci pericolose”! Soprattutto non è tollerabile che l’inefficienza organizzativa degli uffici, citata in altre sedi dall’amministrazione, ricada sui lavoratori attribuendo loro la responsabilità nel caso dello smarrimento del certificato.

 

Altra nefandezza concerne il rientro in servizio alle ore 24:00 a seguito del periodo di malattia che termini nel giorno di servizio notturno. Non si capisce come un lavoratore possa godere del diritto di riposo per malattia fino allo scadere della mezzanotte e l’istante successivo essere già presente nella propria sede di servizio, tenendo conto dei tempi di percorrenza per raggiungerla dalla propria abitazione. Il fatto diventa grave se ad esempio pensiamo ad un lavoratore che abiti a Catanzaro e veda “automaticamente” trasformato un giorno di malattia in un giorno di viaggio. Se poi nello stesso giorno ricevesse la visita fiscale che ne accertasse l’assenza sarebbe vessato dalle sanzioni previste.

 

Con il modulo allegato all’ O.d.G. del 18 u.s. si tocca il fondo poiché, contrariamente a quanto affermato dall’amministrazione, il lavoratore:

è tenuto a comunicare l’indirizzo solo quando dimori in luogo diverso da quello di residenza;

non è tenuto a possedere utenze telefoniche né tanto meno a comunicarne il possesso;

non è tenuto a conoscere la ASL competente nel luogo di degenza;

non è assolutamente tenuto a comunicare la prognosi a chicchessia.

 

La vicenda la dice lunga sugli effetti della riforma sostenuta da altre OO.SS. e quali diritti si perdano con la L. 252/04, altro che riconoscimento professionale ed economico; le uniche certezze sono l'umiliazione, il sopruso e l'assenza di diritti. Le disposizioni, come questa, non hanno come obbiettivo una maggiore efficienza e snellezza dei processi amministrativi, ma solo quello di intimidire i lavoratori e contribuire allo smantellamento della pubblica amministrazione a favore di esternalizzazioni e precariato in tutti i servizi pubblici, compreso quello del soccorso dove il “volontariato” gode di maggiori tutele.