Assemblea del personale

Catanzaro -

L'assemblea è stata molto partecipata, come ci si aspettava considerati i problemi che coinvolgono tutti e che riguardano ogni aspetto organizzativo-gestionale del comando.

La partecipazione massiccia ha evidenziato la misura considerevole dell’argomento “lavoro” per i dipendenti tutti del comando, dagli operativi agli amministrativi, dagli operatori del supporto tecnico agli informatici; l’assemblea, a dispetto di quanto va propagandando qualcuno, è stato un momento di dimostrazione di quanto il corpo dei Vigili del Fuoco sia una ORGANIZZAZIONE ed in quanto tale, NECESSITA dell’apporto di VARIE COMPONENTI ove ognuno APPORTI le SPECIFICHE COMPETENZE e dove OGNUNA DELLE COMPONENTI necessiti del GIUSTO RICONOSCIMENTO sia dal punto di vista umano che professionale, retributivo, previdenziale, e via dicendo.

Dall’assemblea sono uscite fuori analisi e problematiche di genere diverso, ma ciò che più ha colpito la sensibilità generale è stato l’atteggiamento riferito, che il dirigente provinciale ha nei confronti delle problematiche che investono ogni settore del comando, a cominciare da quello fondamentale, quello per cui i vigili del fuoco sono stati istituiti, quello per il quale i vigili del fuoco esistono : il soccorso tecnico urgente.

Si è capito che il nostro dirigente non ha la più pallida idea di quale possa essere la situazione nel comando intero, oppure se ne abbia una minima percezione e conoscenza, l’idea di far funzionare la macchina, non lo sfiora nemmeno per l’anticamera del cervello.

Non riusciamo a capire cosa debba dirigere, o, nel caso lo dovessimo guardare come un “manager”, non sappiamo cosa abbia di manageriale!!!!

Il soccorso, a Catanzaro, senza voler essere pessimisti, si bloccherà definitivamente da qui a qualche giorno; eclatante è stato quanto riportato in merito all’esercitazione internazionale TEREX, nella quale l’area interessata da un terremoto era la Lucchesia : abbiamo “scoperto” -noi comunque lo denunciamo da mesi- che Catanzaro non ha al momento una colonna mobile (cioè mezzi efficienti e pronti a partire in caso di calamità) ma solo “singoli pezzi” che non sono utilizzabili; per esempio l’escavatore è fuori servizio, la pala gommata è funzionante ma non c’è un mezzo idoneo al trasporto (carrellone), vari autocarri non sono idonei ormai al soccorso, il carro luci è stato sospeso dal servizio : l’elenco sarebbe lunghissimo ma la sinfonia uguale.

I problemi emersi, come dicevamo, sono innumerevoli.

Le pulizie vengono effettuate solo sulla carta; presso l’aeroporto di Lamezia terme si vive una situazione di degrado igienico-ambientale pari a quella di Napoli, con mucchi di immondizia parcheggiati davanti al distaccamento dei vigili; ma la situazione pulizie è drammatica in ogni sede, dobbiamo solo pregare la nostra Santa Barbara che di ora in ora ci protegga e non scoppi qualche epidemia.

La mensa di servizio -obbligatoria in quanto i vigili lavorano su turni da 12 ore ed avolte anche su 24 ore continue- funziona (si fa per dire) a singhiozzo : i pranzi qualche volta non vengono forniti, a volte sono forniti parzialmente, a volte si è costretti a consumare il pasto in caserma, sulle ginocchia.

Presso alcune sedi (Sellia marina ed aeroporto) non funziona l’impianto di riscaldamento.

Il personale aspetta i pagamenti di competenze straordinarie per lavoro prestato oltre un anno fa : frana di Giampilieri, vigilanza sulla A3, campagna Boschiva, ma soprattutto la vigilanza per la frana di Janò; abbiamo il dubbio che il lavoro prestato a Janò dai vigili del fuoco, a partire da una certa data non venga mai più retribuito per questioni che i nostri aitanti “manager” definiscono “tecniche” e per la grandissima competenza e capacità dirigenziale di “dirigenti superiori”, quelli proprio più bravi dell’intero Corpo Nazionale, quelli più giovani della storia del Corpo e che la sfortuna volle mandassero proprio a Catanzaro; ora siamo in un bel pasticcio, loro vanno via solo dopo 5-6 mesi di “smarcatura comando” a Catanzaro e noi restiamo con i problemi, senza soldi, e, fatto di inaudita gravità, senza POTER FARE IL SOCCORSO, CIOE’ IL NOSTRO LAVORO.

Un “soccorso” che dicevamo sopra dovrebbe essere “urgente” e “tecnico”; da come abbiamo capito il comando di Catanzaro, nella situazione in cui si trova non può garantire nessun soccorso, né tecnico, né urgente;

ed il dirigente che fa???

Sta rinchiuso nella sua tana e ne esce fuori ogni tanto; quando andrà via di Catanzaro avrà capito solo una cosa : il morzello!!!!!!!!! ed un proverbio : “panza china canta, non cammisa janca” . Intanto il personale non riesce a fare più formazione nè addestramento per il mantenimento delle specializzazioni conseguite negli anni precedenti : mancano i fondi; inoltre sempre per mancanza fondi, non si organizzano più corsi di formazione, pertanto le professionalità perse per trasferimenti ad altri comandi oppure per pensionamenti o transito ad altri ruoli (art 18 per inabilità) non vengono rimpiazzate.

Da quanto descritto sopra si comprende di quanto sia drammatica la situazione, ma il nostro dirigente, pensa bene di rinfocillarsi con pitta e morello : da indiscrezioni trapelate, il pranzo offerto per la Festa della Santa Patrona (S. Barbara) sarà il morzello!!!!

L’assemblea ha deciso che non c’è nulla da festeggiare in questa drammatica situazione e molti lavoratori sono rimasti scioccati al sapere che la Festa che si organizza a Reggio Calabria costerà un occhio della testa -circa 500.000 euro- risorse che potrebbero essere destinate benissimo ad altre spese necessarie per il corpo nazionale che lavora per garantire la sicurezza della cittadinanza; non è possibile gettare via i soldi dei contribuenti in questo modo e purtroppo non sono nemmeno gli unici, dal momento che ogni anno si organizzano festicciole simili come la Festa Nazionale del Corpo, la marcia del 2 giugno, la partecipazione alla mille miglia con il duo Maroni/Palma alla guida dell’Isotta Fraschini, e per altri simili eventi di propaganda, da regime mussoliniano.

Queste feste hanno il solo scopo di ingannare il popolo facendo vedere una immagine falsa di un qualcosa che non esiste; riteniamo che non si possano spendere tutte queste risorse in un momento cosi difficile per l’intera nazione, un momento di grossi sacrifici economici e tagli indiscriminati : da buoni genitori non possiamo festeggiare mentre i nostri figli non trovano un posto di lavoro, non possono proseguire gli studi, devono andare all’estero per lavorare; festeggiare in queste condizioni significa essere proprio degli sciocchi : destinassero quei soldi per creare qualche posto di lavoro!

Intanto invece ci fanno sapere che dal 01/01/2011 taglieranno il 50% dei richiami di discontinui; tagliano, tagliano, tagliano e noi dovremmo continuare a festeggiare e gettare via i nostri soldi!!

A Catanzaro i lavoratori vigili del fuoco hanno deciso che festeggeranno a loro modo : un corteo di vigili partirà dalla sede centrale per giunger in piazza Prefettura per incontrare i cittadini ed i media; dopo aver informato l’opinione pubblica della gravissima situazione e sulla impossibilità di portare soccorso e garantire SICUREZZA alla cittadinanza, i lavoratori entreranno in chiesa per deporre un mazzo di rose alla Santa, in maniera sobria, composta, senza sfarzi e senza proclami, come si conviene ad una Festa religiosa in un momento cosi triste e duro per l’Italia tutta.

Festeggiare in altro modo, con manifestazioni, spari, botti e fanfare appare come una sorta di pubblicità ingannevole, un gettare fumo negli occhi ai cittadini, che devono comunque sapere che a Catanzaro ed hinterland, il soccorso è garantito da una sola squadra di cinque uomini e che il personale che parteciperà alla Festa, non è personale permanente ma sono precari richiamati in nero, cioè senza essere retribuiti nè assicurati, per le poche ore necessarie alla manifestazione dimostrativa; dopo la festa, “gabbatu lu santu”, il dirigente andrà a sedersi dinnanzi ad un buon piatti di morzello; quei precari che serviranno ai tavoli, andranno a casa a cercare di capire cosa dovranno mangiare nei 364 giorni dell’anno in cui la musica è un’altra.