ANNO NUOVO…… DISTINTIVI VECCHI

Milano -

Da alcuni mesi, la consegna al personale del CNVVF dei nuovi distintivi di qualifica, ha fatto pensare a tutti noi di tutto, tranne che questa sia stata una iniziativa volta a migliorare la riconoscibilità di qualifica ma, è evidente che queste nuove mostrine, uguali a quelle militari, non abbiano nulla a che fare con il simbolo della fiamma che ci accompagna da sempre.


Distintivi con relativa fiamma, che una circolare Ministeriale ha imposto al personale di toglierle da tutte le divise, con una chiara e lampante perdita di decoro e " ufficialità", infatti attualmente indossiamo una divisa priva di riferimenti utili nella collaborazione con altri enti con fregi distintivi ed identificativi della nostra professione, esilarante è il fregio dei vigili, un tappetino rosso senza nulla…. fra l’altro facciamo notare come gli ultimi copricapo in lana neri forniti dall’amministrazione abbiamo stampato in rilievo la fiamma.


Per questo motivo, la maggior parte del personale VVF della Lombardia che tutti noi rappresentiamo, vuole esprimere la propria identità e assolutamente non vuole essere confuso con altre categorie di lavoratori, mantenendone in ogni caso il rispetto.


Tutto questo anche in previsione di EXPO 2015, dove i VVF della Lombardia avranno una notevole visibilità verso i milioni di visitatori preannunciati all’evento, questo è anche il motivo per il quale i vigili del Fuoco della regione, hanno deciso di intraprendere una protesta in forma di “disobbedienza civile” riappropriandosi dei propri fregi, unitamente ai nuovi distintivi di qualifica, questo sino a quando non arriveranno le divise di nuova foggia che, a quanto ci dicono, dovrebbero averli già integrati.


Consapevoli che per alcuni colleghi, quella sopradescritta potrà sembrare anche una questione di poco conto, per noi invece è una questione di “senso di appartenenza” che solo per chi ha veramente “I Pompieri “ nel cuore può facilmente capire e condividere.


Per questa ragione dal 1 gennaio 2015, inizieremo questa forma di “disobbedienza civile” alla quale speriamo aderisca tutto il personale, dirigenti compresi.