Ancora le pensioni dei Lavoratori VF sotto attacco
Lavoratori,
attraverso l’incontro “interlocutorio”di oggi con l’amministrazione, sulla vicenda pensioni (d.l. 201/2011 art. 24 comma 18), abbiamo ribadito la rivendicazione del riconoscimento di “categoria che svolge lavoro atipico particolarmente usurante”, individuando in ciò lo status che consentirebbe al personale tutto di respingere l’ulteriore aumento di età e anzianità per accedere alla pensione. USB ha sottolineato come l’aspettativa di vita sia impugnata per convincere tutti a lavorare di più, ma accuratamente evitata quando indichi inequivocabilmente il riconoscimento di un diritto. Mentre l’amministrazione segnalava, quale obiettivo, la maggior moderazione possibile dell’incremento previsto dal governo Monti, questa Organizzazione controbatteva che per quanto attiene i lavoratori del Corpo la misura è da tempo colma e che è ore di finirla con i puntuali aggiustamenti annuali (a volte anche più frequenti) che pescano sempre nelle solite tasche.
Esprimiamo tutta la nostra perplessità di fronte ad un’amministrazione che in linea con i provvedimenti sulla riforma previdenziale, prospetta un aumento dell’età pensionabile allungando gradatamente l’età lavorativa fino ai 67 anni. Ci chiediamo come si concili questa pretesa di far esercitare una professione così particolare fino ad un’età così elevata, quando poi nella stabilizzazione del 2007 la stessa amministrazione ed il legislatore hanno giudicato troppo vecchi per svolgere questo lavoro i colleghi over 37.
Più che aumentata l’età pensionabile andrebbe semmai diminuita (1 anno di bonus ogni 3 lavorati), tenendo in considerazione la peculiarità del ruolo dei lavoratori CNVVF, un lavoro esposto a tutti quei fattori previsti dal D.Lgs.81/08 che dovrebbero consentire tutta una serie di benefici sia previdenziali sia salariali, amianto compreso, elemento che già da solo dovrebbe esser sufficiente a far comprendere che non possiamo essere equiparati a nessuno perché nessuno impatta ciò che impattiamo noi.
Rimaniamo del tutto contrari alla proposta avanzata da alcune OO.SS. sulla previdenza complementare, in primis perché si regalano i soldi dei lavoratori alla speculazione finanziaria, contribuendo ad alimentare quel sistema che tanti danni sta producendo in Europa e nel mondo, in secondo luogo perché dove è stata già adottata, come nel settore privato, non ha prodotto i risultati paventati, col risultato che i lavoratori si sono trovati senza liquidazione e senza pensione. Piuttosto è ora di riconoscere al personale SATI la completa “pensionabilità” dell’indennità mensile.
Ci interroghiamo su cosa stiano facendo coloro i quali professano l’austerity, più e più volte ci siamo trovati a segnalare situazioni di sprechi clamorosi da parte dall’amministrazione (Corte dei Conti docet). Sarebbe il caso che chi chiede sacrifici ai lavoratori cominci per primo a dare il buon esempio.
In ultimo, ma non per importanza, sempre in solitudine rispetto alle altre OO.SS., riguardo ai 57 mila lavoratori da decenni precari del CNVVF senza un vero lavoro, dobbiamo di nuovo segnalare, per loro quale futuro pensionistico?