Aeroporti: Prove generali di privatizzazione.
Il servizio di rifornimento aeromobili verrà presto privatizzato, dopo la sperimentazione avvenuta a Varese su idea del Ministro Maroni, le società di gestione degli aeroporti provvederanno autonomamente a fare rifornimento agli aerei in transito con passeggeri a bordo. Questa è stata una delle tante nefaste notizie della giornata di venerdì al Viminale. Il Capo del Corpo ing. Alfio Pini, ci informa che l’Europa ci impone di cambiare, che non possiamo continuare a ignorare direttive precise, che il danno per il Paese è notevole, bisogna capitolare, il servizio di rifornimento degli aeromobili con persone a bordo non si farà più! Poi nella discussione che segue si intravedono altre ragioni, il vero problema non sono le direttive europee, che spesso questo Paese ignora beatamente, la verità è che non abbiamo più i mezzi per garantire questo servizio e non c’è un euro per ricomprarli. Pini si sbilancia e ci dice che in fondo era solo una grana, che in questo modo ci togliamo una responsabilità enorme, che questa scelta tutela i vigili da conseguenze gravi in caso di incidente. Noi della USB apprezzando lo slancio di paternale protezione nei riguardi dei lavoratori, abbiamo subito approfittato per segnalare che questa stessa preoccupazione andrebbe rivolta anche nei confronti dei vigili coordinatori, che spesso svolgono funzioni da capo squadra, esponendosi a grandi e gravi responsabilità. La risposta del Capo del Corpo è stata laconica, sibillina, fondamentalmente evasiva …. preferiamo soprassedere e tornare sull’argomento aeroporti.
Le nostre responsabilità, visto che di questo si parlava, diminuiranno ancora perché è in preparazione la definitiva uscita di scena del Corpo Nazionale dagli aeroporti italiani, tempo quattro o cinque anni chiuderemo i battenti.
Però c’è la notizia buona, il personale privato sarà formato da noi, inizieremo da subito, formeremo gli operatori che devono fare assistenza in aeroporto, già qua il braccio di ferro è iniziato tra Amministrazione ed aeroporti, non si mettono d’accordo sul numero degli operatori, i nostri tecnici dicono due, loro dicono uno, benvenuti all’asta della sicurezza, chi offre di meno? Il pacchetto formativo sarà sullo stile dei corsi 626 (d.l. 81), questi corsi saranno diretti anche ai responsabili delle avio superfici. Quando abbiamo sottolineato che formando gli esterni, si rischia di diventare inutili , ci hanno risposto (Mistretta) che l’Amministrazione rifiuta logiche lobbistiche.
Se difendere il principio di servizio pubblico gratuito e il principio di sicurezza pubblica del cittadino risulta assimilabile ad un atteggiamento lobbistico, allora si, noi della USB siamo dei lobbisti della sicurezza gratuita e statale.
Le lobby purtroppo all’interno dell’Amministrazione esistono davvero e perseguono fini differenti da quelli che perseguiamo noi, inteso come lavoratori e cittadini.
Così piano, piano, i Pompieri si defilano, perdendo un altro pezzo di competenze. Dopo le nuove normative sulla prevenzione (SCIA), la riduzione (forse definitiva) della componente aerea, dopo la riduzione della componente subacquea e nautica, ora anche quella aeroportuale!
La lungimiranza della nostra amministrazione e pari a quella di un barbone alla stazione Termini, che pensa come risolvere il pasto della giornata.
Cosa dobbiamo aspettarci? Quale è il progetto definitivo?
A nostro avviso c’è un piano politico mirato allo smantellamento del Corpo Nazionale, al quale tutti i sindacati di categoria e i lavoratori, aggiungiamo tutti i cittadini, si devono ribellare.
A coronamento del quadro generale sconfortante c’è il nuovo progetto sulle colonna mobili, che l’Amministrazione cerca di “venderci” come un passo in avanti, quando di fatto è un piano di riduzione, per assecondare il taglio delle risorse assegnate al Dipartimento.
Al Capo del Corpo abbiamo detto senza giri di parole che senza risorse, viste le condizioni attuali dei Comandi in tutta Italia, è inutile continuare a parlare di come riscrivere la circolare 28 del 91 (attivazione delle colonne mobili) perché se non risolviamo i problemi a monte, non saremo più in grado di fare il soccorso tecnico urgente nel quotidiano, figuriamoci gestire una calamità nazionale.
Comunque il futuro che si sta scrivendo è quello di un Corpo ridotto all’osso che farà consulenze e formazione, circondato da un esercito di volontari e privati che gestiscono il vero soccorso.
Si pongono questioni sulla qualità del servizio offerto e sui costi sociali di questa scelta idiota, l’Amministrazione naturalmente non può ammetterlo, ma i fatti dimostrano quanto da noi sospettato, il resto sono solo chiacchiere.