55 Minuti facciamo chiarezza!
Nella contrattazione del 18/02/2002 al comando di Firenze è stato affrontato il problema, dal verbale risulta come solo la OS R.d.B. si sia oppo
Le posizioni degli altri sindacati sono state ben diverse :
la OS UIL non si opponeva alla validità della circolare, bensì cavillava sul fatto che questa prevedesse decurtazioni solo per assenze prolungate o somma di assenze: praticamente chi ha la sfortuna di ammalarsi o farsi male (anche sul lavoro) per periodi di non si sa quale lunghezza ( il dirigente sostiene che prolungato vuol dire più di uno ) vedrà decurtato la sua quota salti eccedente la turnazione.
Per spiegare la posizione prese dalle altre due sigle sindacali occorre fare un preambolo
Noi sostenevamo allora come adesso che non esiste differenza tra i salti programmati in turnazione e quelli aggiunti alle ferie, non lo dice il contratto, non lo dice alcuna normativa, non esiste contrattazione con l’ ARAN che definisca la questione e perciò ogni presa di posizione unilaterale dell’ amministrazione è illegittima. Anche volendo prescindere da ciò, prendendo come assunto che ogni giorno facciamo circa 55 minuti in più, questi sono maturati e qualora uno si ammali durante il salto programmato l’ amministrazione è in dovere di renderglielo, altrimenti perchè se durante un corso cade un salto questo viene recuperato? Per legge non si può penalizzare il dipendente in caso di malattia. Badate bene stiamo parlando per assurdo, ammettendo validi gli assunti dell’ amministrazione si finisce per penalizzare il dipendente due volte: il salto programmato viene perso causa la malattia e delle ore lavorative sono aggiunte in fondo all’ anno in ragione dei turni lavorativi persi.
Veniamo alle posizioni degli altri due sindacati, espresse peraltro per bocca di loro iscritti presenti come membri RSU ma non legittimati a parlare come tali poiché la RSU non aveva discusso la cosa preventivamente, perciò se ne deduce che esprimessero pareri personali pur costituendo un gruppo definito:
Una OS prendeva atto e ribadiva l’ esistenza della circolare, da un altro folto gruppo ci veniva obiettato che se un amministrativo si ammala di sabato o domenica non gli viene resa la festa, questo è palese, neppure a noi ci viene reso il turno successivo allo smontante se ricompresso nella malattia, quella è la nostra domenica, ugualmente se un amministrativo si ammala durante la settimana non gli vengono decurtate delle ore di permesso, agli operativi invece si. In effetti un solo delegato di questo ultimo gruppo ha osservato che il salto che cade durante un corso viene recuperato, posizione peraltro non sposata dalla sigla.
Ci troviamo adesso per le mani un documento dove si vorrebbe negare l’ evidenza, un documento UNITARIO, neppure il governo o la confindustria sono stati capaci di far riunire la triade, eccoli invece tutti insieme, ma non contro l’ amministrazione bensì contro un altro sindacato. I tempi cambiano, non certo in meglio.
Ma ecco la cosa incredibile, mentre cercano di fare dei distinguo ammettono candidamente che nessuno ha parlato di togliere salti programmati durante l’ anno, ma solo quelli in aggiunta alle ferie, QUALE E’ LA DIFFERENZA, SEMPRE A LAVORARE DI PIU’ CI TOCCA.
Facciamo un po’ di storia, prima dell’ orario attuale riscuotevamo quei mitici 55 minuti come straordinario, se non facevamo il turno li perdevamo.
Già li era follia, straordinaria è una prestazione che copre dei picchi di lavoro, utilizzabile solo per periodi limitati e sempre che il dipendente sia d’accordo a lavorare, noi no, non potevamo rifiutarci di farli e li abbiamo fatti per anni, non si trattava di straordinario, ma di un abuso bello e buono.
Con il nuovo orario di lavoro sembrava che la cosa fosse sanata: si devono lavorare 133,5 turni-anno, questo è il nostro monte lavoro annuo. Ma se in caso di malattia i turni crescono, siamo daccapo un’ altra volta. Riusciamo ad imparare qualcosa dal passato o ci ostiniamo nell’ errore.
Orbene lavoratori, ci hanno tacciato di avere frainteso le posizioni, di non aver capito, forse anche di aver alterato la verità, crediamo di aver risposto con argomentazioni concrete ai nostri detrattori, del resto in coda al verbale c’ è solo la nostra nota che fa da testimone alle intenzioni, se poi per difendere gli interessi dei lavoratori occorre riflettere 15 giorni ed uscire con un assurdo documento che poi da ragione all’ amministrazione, forse allora chi non sa fare sindacato siamo noi, ma di ciò siamo molto fieri.